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Bufera Sinner, coinvolto Alcaraz: resta senza parole

Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, da protagonisti assoluti agli US Open a centro di una bufera che va oltre il campo da tennis.

Jannik Sinner è tornato dall’America con una sensazione amara addosso. La finale persa contro Carlos Alcaraz agli US Open non solo gli è costata il titolo, ma anche il primato nel ranking ATP. Oggi, senza ombra di dubbio, è lui a inseguire, mentre lo spagnolo si gode il trono da numero uno al mondo.

Sinner e Alcaraz noiosi
Nuova bufera nel tennis coinvolti sia Sinner che Alcaraz (Foto Instagram – sportitalia.it)

Fin qui, la storia sportiva sembra chiara: vittoria e gloria per Alcaraz, rimpianti e lavoro da ricostruire per Sinner. Però, nelle ultime settimane, c’è stato qualcosa che ha agitato il tennis oltre i risultati del campo, mettendo entrambi i giovani campioni al centro di un dibattito che rischia di pesare sulla percezione del loro talento.

Bufera nel tennis investe Sinner e Alcaraz

Mentre i due si preparavano a tornare in campo dopo lo Slam americano, a Torino è andato in scena un evento particolare, la FIP Silver Mediolanum Padel Cup. Lì, tra partite di padel e momenti di spettacolo, un nome conosciuto dagli appassionati di tennis ha deciso di dire la sua: Jerzy Janowicz.

L’ex tennista polacco, ritiratosi troppo presto a causa di un infortunio, ha preso la parola e le sue dichiarazioni hanno fatto rumore. Janowicz, con un pizzico di nostalgia e senza troppi giri di parole, ha dichiarato: “Mi manca molto la rivalità tra Novak Djokovic, Rafael Nadal e Roger Federer. Anche Andy Murray, Stan Wawrinka e David Ferrer. Oggi nel tennis mi pare tutto più noioso, sembra che tutti giochino allo stesso modo. Forse sono un po’ nostalgico ma loro erano i più interessanti da seguire, più di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz che pure sono fortissimi”.

Sinner e Alcaraz sfida a distanza
Sinner e Alcaraz annoiano, arriva la dichiarazione shock (Foto Instagram – sportitalia.it)

Una frase che pesa come un macigno. Perché non si tratta di un tifoso qualunque che commenta al bar, ma di un ex protagonista del circuito ATP che ha affrontato in prima persona la generazione dorata. Così, Sinner e Alcaraz, freschi di finale allo US Open e simboli di un tennis giovane e spettacolare, si ritrovano improvvisamente bollati come rappresentanti di un tennis “noioso”. E non è la prima volta che qualcuno mette il dito in questa piaga: già in passato osservatori e appassionati avevano sottolineato come il tennis moderno, pur essendo tecnicamente perfetto e di altissimo livello, rischi di risultare prevedibile, privo di quell’estro, di quella fantasia e di quel genio che hanno reso immortali i big three.

Il paragone con Djokovic, Nadal e Federer è inevitabile e probabilmente ingombrante. Quei tre hanno ridefinito il concetto di rivalità, hanno spinto l’uno l’altro oltre i propri limiti, hanno dato vita a partite epiche che sono rimaste scolpite nella memoria collettiva. Alcaraz e Sinner, al contrario, sono ancora all’inizio della loro corsa, eppure già devono fare i conti con l’accusa di rappresentare un tennis fotocopia.

La bufera, insomma, non riguarda la loro bravura — che nessuno mette in discussione — ma la sensazione che manchi qualcosa di unico, quell’ingrediente capace di trasformare una partita in uno spettacolo indimenticabile. È un dibattito che, senza ombra di dubbio, continuerà ad accompagnarli, e che potrebbe anche trasformarsi in uno stimolo. Perché se è vero che la perfezione tecnica può sembrare “fredda”, è altrettanto vero che la rivalità tra Sinner e Alcaraz è appena agli inizi. E forse proprio lì, nella costruzione di una sfida destinata a durare anni, si nasconde la risposta a chi oggi parla di noia.

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