Carlos Alcaraz, oggi numero uno al mondo, è una furia: lo scatto d’ira e la lite arriva davanti a tutti, uno scandalo.
Il tennis mondiale ha un nuovo re, e si chiama Carlos Alcaraz. Lo spagnolo, con il successo agli US Open contro Jannik Sinner, ha conquistato il trono del ranking ATP e si è preso la scena internazionale come pochi nella sua generazione.

Eppure, diventare numero uno è una cosa, restarci è tutt’altra storia. Perché il peso della leadership si sente eccome, e il giovane fenomeno iberico sta iniziando a provarlo sulla propria pelle. In questo momento, infatti, c’è un Sinner che non molla, che lo segue da vicino in classifica e che in più occasioni ha dimostrato di essere in grado di batterlo.
Alcaraz: lite con il giudice davanti a tutti
Il fiato dell’altoatesino si avverte in ogni torneo e inevitabilmente cresce anche la pressione. Non sorprende quindi che, sotto questa tensione, Alcaraz abbia avuto una reazione inaspettata, uno scatto d’ira che ha fatto gridare allo scandalo. Durante l’Atp 500 di Tokyo, nella finale andata in scena martedì 30 settembre e vinta d’autorità contro lo statunitense Taylor Fritz con il punteggio di 6-4, 6-4, lo spagnolo ha perso la calma davanti a tutti. Nonostante il successo, a rubare la scena non è stato soltanto il suo tennis esplosivo, ma un acceso botta e risposta con il giudice di sedia Fergus Murphy.
Il motivo? I tempi troppo stretti tra un punto e l’altro, almeno secondo Alcaraz. “Secondo te è normale che io concludo un punto lungo a rete e poi ho a malapena il tempo di andare a prendere le palline, senza poter riposare qualche secondo?”, ha protestato furioso con il direttore di gara. La discussione è poi degenerata fino alla frase che ha fatto il giro del web: “Non hai mai giocato a tennis in vita tua”. Parole dure, che mostrano senza ombra di dubbio la tensione che Alcaraz si porta dentro.

Un episodio che fa riflettere, perché il campione spagnolo fino a oggi è stato sempre dipinto come un ragazzo sereno, solare, con il sorriso stampato in faccia anche nei momenti più complicati. Però, quando il peso del numero uno diventa opprimente, anche il carattere più equilibrato rischia di incrinarsi. La sensazione è che Alcaraz debba ancora imparare a gestire non solo i match più importanti, ma anche l’intero contesto di pressione che comporta l’essere al vertice del tennis mondiale.
La vittoria di Tokyo resta un segnale forte, perché dimostra che il talento e la qualità non mancano di certo. Tuttavia, episodi come questo diventano campanelli d’allarme, soprattutto ora che Sinner incalza e ogni dettaglio può fare la differenza. In fondo, la rivalità tra i due non è soltanto tecnica o tattica: è anche mentale. E in questa sfida psicologica, chi saprà rimanere più lucido potrebbe alla fine prendersi la corona del tennis mondiale. Per Alcaraz, insomma, è arrivato il momento di crescere non solo come giocatore, ma anche come uomo sotto i riflettori.






