Il futuro di Marcell Jacobs sta facendo discutere tifosi e addetti ai lavori, sul suo ritiro arriva la conferma in diretta.
Lo sport, si sa, è fatto di gioie immense ma anche di momenti complicati. Non basta un titolo, una vittoria o una medaglia a rendere un atleta eterno, perché il pubblico pretende sempre qualcosa in più, e spesso l’attesa è carica di aspettative difficili da gestire.

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È proprio in quei momenti che un campione diventa umano, mostrando fragilità e paure che lo avvicinano ai suoi tifosi. È il lato più crudo ma anche più autentico dello sport, quello che non si vede nei titoli dei giornali o nei trionfi celebrati, ma che segna il percorso di ogni atleta di alto livello.
Delusione e amarezza per Jacobs
Negli ultimi tempi, infatti, si è parlato sempre più insistentemente del futuro di Marcell Jacobs. Dopo l’ennesima delusione, l’ultima arrivata ai Mondiali di Tokyo, il suo nome è stato spesso accostato a una parola che nessuno avrebbe mai immaginato di sentire: ritiro. La notizia ha spaccato in due i tifosi. Da una parte chi lo sostiene a prescindere, convinto che un campione del suo calibro abbia il diritto di cadere e rialzarsi. Dall’altra chi, invece, non nasconde l’amarezza per prestazioni lontane da quelle che lo avevano consacrato come re delle Olimpiadi.
A entrare nel merito della vicenda è stato Simone Collio, ex velocista azzurro e grande ospite dell’ultima puntata di Sprint Zone, la trasmissione di approfondimento sull’atletica condotta da Ferdinando Savarese e visibile sul canale YouTube di OA Sport. Collio ha affrontato i temi legati ai Mondiali di Tokyo, una rassegna che per gli sprinter italiani non ha portato i risultati sperati. E naturalmente non poteva mancare un passaggio sulla vicenda Jacobs, che resta l’uomo simbolo della velocità azzurra, nonostante le difficoltà.

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Sulle dichiarazioni del campione olimpico, che non ha escluso l’ipotesi del ritiro, Collio ha voluto fare chiarezza: “Io credo che le parole di Marcell in quel momento siano state un po’ a caldo, dettate dalla delusione e dall’amarezza di non aver raggiunto l’obiettivo che si era prefissato, principalmente anche perché Tokyo lo aveva incoronato come campione olimpico”. Parole che fotografano bene la situazione, perché non è semplice per un atleta abituato a vincere accettare un momento di crisi, soprattutto quando il paragone con il passato diventa inevitabile.
Jacobs, però, resta un punto fermo dell’atletica italiana. Senza ombra di dubbio, il ricordo della notte di Tokyo, quando vinse i 100 metri con un’impresa storica, rimarrà scolpito nella memoria collettiva. È normale allora che ogni sua dichiarazione venga amplificata, suscitando reazioni contrastanti e accendendo il dibattito.
Adesso resta da capire quale sarà il futuro dell’uomo che ha fatto sognare milioni di italiani. Le prossime settimane diranno se quelle frasi erano soltanto lo sfogo di un momento difficile oppure il preludio a una scelta definitiva. Una cosa è certa: qualsiasi decisione prenderà, Jacobs ha già scritto una pagina indelebile dello sport italiano, e per questo il suo nome resterà per sempre legato alla storia dell’atletica mondiale.






