Tadej Pogacar non smette di stupire: vince e stravince. Dopo la conquista del titolo mondiale ora arriva la bomba.
C’è qualcosa di magnetico in Tadej Pogacar, qualcosa che va oltre la semplice vittoria. Il campione sloveno sembra appartenere a un’altra dimensione, a un tempo in cui il ciclismo era istinto, coraggio e talento puro. Eppure, lui lo fa nel presente, davanti agli occhi di tutti, dominando le corse come se il limite non fosse mai stato inventato.

– sportitalia.it)
Dopo aver conquistato il suo quarto Tour de France, un’impresa che già da sola lo colloca nell’Olimpo dei più grandi, Pogacar si è appena laureato (di nuovo) campione del mondo su pista in Ruanda, un successo che conferma la sua straordinaria versatilità. Ma, come spesso accade con i fenomeni, non sono solo i risultati a far discutere.
Bomba Pogacar, la dichiarazione non lascia scampo
Le sue ultime dichiarazioni, un po’ sibilline, hanno acceso il dibattito. Pogacar, parlando in diverse occasioni è apparso quasi spento, a soli 26 anni proiettato già verso il ritiro, parole che avevano allarmato i tifosi, una sorta di rassegnazione per delle vittorie che sembravano non appassionarlo più, duelli che non lo entisiasmavano più.
E proprio nel momento in cui il mondo del pedale si interroga sul futuro del campione sloveno, arriva una vera e propria bomba da un nome che di ciclismo se ne intende eccome: Francesco Moser. L’ex fuoriclasse trentino, leggenda delle due ruote e vincitore del Giro d’Italia 1984, ha parlato di Pogacar con parole che pesano come pietre. Intervistato, Moser ha spiegato che, secondo lui, il corridore sloveno rappresenta qualcosa di completamente nuovo, diverso da tutto ciò che si è visto in passato.

Alla domanda sul paragone con Eddy Merckx, Moser non ha avuto dubbi: “Merckx preparava gli attacchi con la squadra, gestiva le corse in maniera molto diversa, più tradizionale se vogliamo. Pogacar invece è un corridore atipico: non aspetta, non calcola troppo, attacca anche da lontano e con grande naturalezza. In questo senso non si è mai visto nessuno come lui, è un corridore che può decidere la corsa in qualsiasi momento e in qualsiasi terreno”.
Parole che, senza ombra di dubbio, aprono un dibattito enorme. Perché se a dirlo è uno come Moser, che ha vissuto da protagonista l’epoca dei giganti del ciclismo, allora il paragone con Merckx non è un’esagerazione da bar sport ma un giudizio tecnico, ponderato e profondamente vero. Pogacar ha, infatti, cambiato il modo di interpretare la corsa: attacca quando nessuno se lo aspetta, non si nasconde dietro i calcoli tattici, rischia sempre e spesso vince. È un ciclista moderno con l’anima dei grandi di una volta, capace di far innamorare anche chi da anni aveva smesso di emozionarsi davanti a una tappa.
La stagione 2025 si chiude così con Pogacar protagonista assoluto, un campione totale che continua a riscrivere i confini del possibile. E mentre gli altri provano a capire come fermarlo, lui sembra già guardare oltre. Forse verso nuove sfide, forse verso nuovi record. Ma una cosa è certa: nel mondo del ciclismo, un corridore così non si era mai visto prima.






