Jannik Sinner mette le cose in chiaro dopo la vittoria di Pechino: la sua dichiarazione è forte, non vuole nemmeno sentirlo dire.
Reduce dal trionfo negli ATP di Pechino, per il suo secondo anno consecutivo, Jannik Sinner non si ferma un attimo. È già volato a Shanghai per un nuovo torneo, con quella concentrazione e quella fame che ormai lo hanno reso uno dei simboli più luminosi del tennis italiano e mondiale.

Eppure, tra una partita e l’altra, il campione altoatesino ha trovato anche il tempo di lanciare una dichiarazione che ha fatto parecchio rumore. Una frase semplice, ma che pesa come un macigno nel mondo del tennis, dove ogni gesto, ogni parola, ogni vittoria viene inevitabilmente messa sotto la lente d’ingrandimento.
Sinner smentisce tutti
In conferenza stampa, dopo aver conquistato il titolo a Pechino, Sinner ha, infatti, chiarito un punto che sembra stargli particolarmente a cuore: i paragoni. “Sono solo un normale 24enne che cerca di giocare il miglior tennis possibile. Non fate paragoni tra me e Djokovic, non ha senso. Lui è in un’altra categoria con tutto quello che ha ottenuto nella sua carriera.” Parole dirette, sincere, che confermano ancora una volta la maturità e l’umiltà di un ragazzo che, nonostante il successo, non ha perso di vista la realtà.
Del resto, il momento è particolare per il tennis mondiale. Proprio in queste ore l’annuncio che Roger Federer guida la lista dei candidati per la classe 2026 dell’International Tennis Hall of Fame. Un riconoscimento che, senza ombra di dubbio, certifica l’eredità sportiva e umana di uno dei più grandi tennisti di sempre. Federer, primo uomo a conquistare 20 titoli del Grande Slam, ha aperto un’era irripetibile, seguita poi dalle rivalità leggendarie con Rafael Nadal e Novak Djokovic.

È inevitabile, dunque, che ogni nuova stella venga messa a confronto con quei giganti che hanno scritto la storia recente del tennis. Però Sinner ha voluto tracciare un confine netto: la sua strada è diversa, il suo percorso è ancora in costruzione, e forse proprio per questo tanto più autentico. Nonostante i successi e l’ascesa rapidissima, l’altoatesino continua a mantenere i piedi ben piantati a terra, consapevole che la grandezza non si misura solo in trofei ma anche nella capacità di restare se stessi.
La vittoria a Pechino, contro avversari di altissimo livello, ha confermato che Sinner è ormai stabilmente tra i migliori. Il suo tennis, potente ma ragionato, aggressivo ma elegante, rappresenta una sintesi moderna di tutto ciò che il movimento italiano stava aspettando da anni. Tuttavia, Jannik non vuole etichette, non vuole essere “il nuovo Federer” o “l’erede di Djokovic”: vuole essere semplicemente se stesso, con la sua calma, la sua costanza e la sua fame di migliorarsi.
E in fondo, forse, è proprio questa la sua forza più grande. In un mondo dove tutti cercano di incasellare i campioni dentro paragoni o statistiche, Sinner sceglie la via più difficile ma anche la più autentica: quella della costruzione lenta, del lavoro quotidiano, della consapevolezza che ogni passo avanti deve essere guadagnato.
Mentre Federer si prepara a entrare nella leggenda ufficiale del tennis e Djokovic continua a dominare con la forza dell’esperienza, Sinner guarda avanti con la serenità di chi sa che il tempo, prima o poi, farà il resto. Shanghai è la prossima tappa, ma la sua vera partita è con se stesso. E, finora, la sta giocando alla perfezione.






