Il mondo del tennis è in forte allarme dopo quanto visto durante il Masters 1000 di Shanghai: l’ennesimo malore scatena la polemica.
L’ennesimo malore ha scatenato una forte preoccupazione nel mondo del tennis. Gli atleti sono stufi e chiedono interventi seri per far sì che la salute di tutti venga davvero preservata. Quanto accaduto nell’ultimo torneo non deve assolutamente ripetersi: le immagini dei big provati da una fatica estrema hanno fatto il giro del web.

Nel mirino delle critiche è finito il Masters 1000 di Shanghai, dove in tanti tra i protagonisti del circuito ATP hanno dovuto fare i conti con malesseri causati dall’umidità record e dalle temperature superiori ai 30 gradi. Anche Jannik Sinner ha pagato dazio: nel terzo set del match contro Tallon Griekspoor i forti crampi hanno costretto il campione italiano – uscito zoppicante – al ritiro.
Oltre a Sinner anche tanti altri tennisti stanno avendo grossi problemi durante i match. Molti tifosi non hanno potuto fare a meno di notare la fatica enorme di Novak Djokovic nel portare a termine la partita – poi vinta – contro lo spagnolo Jaume Munar. Il campionissimo serbo, alla fine del secondo set, si è accasciato a terra stremato dal caldo e ha poi richiesto l’intervento del medico. Il giorno prima Nole aveva anche vomitato a bordo campo.
Tennis, che bordata all’ATP: “Volete che qualcuno muoia?”
Il caldo asfissiante di Shanghai, un calendario fin troppo fitto e la necessità di migliorare la propria classifica sta mettendo davvero a rischio la salute degli atleti. Nel corso del Masters 1000 in terra cinese si sono sentiti male anche Casper Ruud e Taylor Fritz, mentre Holger Rune se l’è presa direttamente con l’ATP con parole molto pesanti: “Volete che qualcuno muoia in campo?“, ha detto il danese al termine del suo incontro contro il francese Ugo Humbert.

Ma cosa pensa di fare l’Association of Tennis Professionals per cercare di venire incontro alle richieste dei tennisti? Come riportato anche da Rainews sembra che si stia ragionando su una nuova regola che consentirebbe di sospendere i match – d’accordo con team e medici – in caso di caldo intenso e umidità elevata.
Una buona soluzione, anche se in molti ritengono che non debba essere l’unica: l’altro intervento dovrebbe riguardare il calendario, ormai strapieno di appuntamenti. Miglioramenti che ci si augura possano riguardare già la prossima stagione.






