Non è ancora arrivata la parola “fine” al rapporto tra Igor Tudor e la Juventus, ma ci siamo vicini. Si rischia di fare la fine del Titanic, affondati in un Lago, quello di Como, pieno di lacrime.
Sul Titanic suonavano, qui non suona nessuno anche se il sottofondo di Corrida a Madrid, si sente bene.
A decidere le sorti del tecnico croato saranno le prossime due partite: Real Madrid in Champions League e Lazio in Serie A. Due match fondamentali per stabilire se i bianconeri possono ancora rialzarsi o se sarà inevitabile un cambio in panchina.

Lazio-Juventus: la partita decisiva per Tudor
Trascurando il match di Madrid, non indicativo vista la forza del Real, se la Juventus riuscirà a reagire almeno nella sfida dell’Olimpico contro la Lazio, il club potrebbe tornare su binari di normalità, con l’obiettivo minimo di raggiungere la quota 76 punti, ritenuta sufficiente per chiudere la stagione entro le prime quattro posizioni e centrare così la Champions League.
In caso contrario, anche un semplice pareggio potrebbe aggravare la posizione di Tudor, spingendolo concretamente verso l’esonero.
Juve, infortuni e scelte tattiche: i limiti di Tudor
Il tecnico croato ha provato a dimostrarsi all’altezza della situazione, ma i risultati parlano chiaro. Infortuni, decisioni tattiche approssimative e difficoltà nella scelta degli uomini giusti nei momenti chiave hanno inciso pesantemente.
La Juventus appare fragile, senza una precisa identità e con poca personalità nei momenti decisivi.
Quarto posto obbligatorio: i rischi del fallimento
Per la Juventus, arrivare tra le prime quattro non è una semplice ambizione, ma un obbligo. Un mancato accesso alla Champions significherebbe cessioni eccellenti e una campagna acquisti al ribasso, come accaduto al Milan in questa stagione.
Se i rossoneri hanno trovato un equilibrio, non è detto che la dirigenza bianconera sia in grado di fare altrettanto.

Una squadra senza leadership
La gara di Como ha evidenziato una squadra disattenta, imprecisa e senza reazione nella ripresa. Gli avversari hanno gestito i tempi della partita con furbizia, mentre i bianconeri non sono stati capaci di imporsi né sul piano tecnico né su quello mentale.
La mancanza di leader in campo si riflette soprattutto nei momenti chiave, quando nessuno si prende la responsabilità di gestire il pallone o guidare i compagni.

Errori estivi e scelte di mercato discutibili
Le difficoltà non sono imputabili solo a Tudor. La dirigenza juventina ha impostato una campagna acquisti focalizzata sull’attacco, trascurando il centrocampo e affidandosi troppo al recupero di alcuni giocatori per la fase difensiva come Bremer e Cabal. Un errore di valutazione che la squadra sta pagando dopo un avvio di stagione apparentemente incoraggiante, illusorio dopo la vittoria contro l’Inter.
Juventus a un bivio
La Juventus di Igor Tudor è arrivata a un bivio cruciale. I prossimi 180 minuti definiranno la stagione e, probabilmente, il futuro dell’allenatore.
Un risultato positivo contro la Lazio potrebbe riaccendere la speranza di qualificazione Champions. Un passo falso, invece, rischierebbe di trascinare tutto l’ambiente in una crisi ancora più profonda — con conseguenze importanti anche sul mercato a partire da Kenan Yildiz.
VAR e Serie A: polemiche infinite sulla mancanza di uniformità
Il weekend calcistico ha riportato al centro del dibattito la gestione del VAR. L’episodio del rigore assegnato contro la Fiorentina, giudicato punibile nonostante un intervento simile fosse stato ignorato in Juventus-Inter (intervento di Thuram su Bonny), ha sollevato un’ondata di critiche. Non era fallo allora e non doveva essere fallo nemmeno adesso. Dov’è l’uniformità? Il Milan era stato penalizzato contro il Bologna qui, ha goduto di una situazione favorevole, a testimonianza che chi decide dietro lo schermo non è infallibile.
La mancanza di uniformità nelle decisioni, la discrezionalità eccessiva e la scarsa trasparenza stanno minando la credibilità del sistema.
Tecnologia usata male: il VAR aumenta i dubbi invece di eliminarli
Il VAR era stato introdotto per ridurre le polemiche, ma oggi sembra avere l’effetto opposto: utilizzo eccessivo in alcuni casi, assenza di immagini in altri e interpretazioni divergenti per episodi simili.
In un campionato equilibrato come questa Serie A, servirebbe una linea chiara e coerente, altrimenti la credibilità dell’intero sistema arbitrale continuerà a essere messa in discussione.






