Attorno a Jannik Sinner si è scatenata una bufera senza precedenti: ora arriva l’ufficialità, va fuori dall’Italia.
Da giorni non si parla d’altro. Jannik Sinner, il volto del nuovo tennis italiano, l’orgoglio sportivo di un Paese intero, è finito nel mirino di una parte dell’opinione pubblica. E non per una sconfitta o una prestazione negativa, ma per una scelta personale.

Quella di rinunciare alla Coppa Davis per gestire al meglio il proprio calendario. Una decisione che, senza ombra di dubbio, rientra nelle libertà di ogni atleta professionista, ma che in Italia ha scatenato un dibattito infuocato, arrivando addirittura a toccare toni surreali.
Sinner via dall’Italia, la proposta incredibile
Nelle ultime ore, la situazione è degenerata al punto da sfiorare l’assurdo. Tra post, editoriali e discussioni televisive, qualcuno è arrivato a chiedere apertamente che Sinner venga “cacciato” dall’Italia, come se la sua scelta sportiva avesse un valore politico o patriottico. Ma la notizia più clamorosa è arrivata in forma ufficiale: il Codacons ha lanciato una petizione per revocare tutte le onorificenze conferite a Jannik Sinner negli ultimi anni.
Attraverso i suoi canali ufficiali, l’associazione dei consumatori ha pubblicato un comunicato durissimo. “La scelta di rinunciare a giocare la Coppa Davis rappresenta uno schiaffo all’Italia, agli italiani e a milioni di appassionati di tennis”, si legge nella nota diffusa nelle scorse ore. Parole forti, che hanno immediatamente fatto il giro del web, dividendo ancora una volta il pubblico tra chi difende il diritto dell’atleta di gestirsi come meglio crede e chi, invece, lo accusa di scarso senso di appartenenza.

Il Codacons, va detto, riconosce che ogni sportivo ha il diritto di prendere le proprie decisioni in base a salute, programmazione e priorità, ma sottolinea che “una volta fatta una scelta, bisogna portarla avanti con coerenza”. Un messaggio che sembra voler mettere in discussione non solo la decisione in sé, ma anche l’immagine pubblica di Sinner, fino a oggi simbolo di impegno, umiltà e serietà.
E così, la petizione per revocare le onorificenze al tennista è ufficialmente partita. Un gesto che, però, molti considerano esagerato, quasi una punizione sproporzionata rispetto ai fatti. In fin dei conti, Sinner non ha mancato di rispetto al Paese né ai tifosi: ha semplicemente deciso di gestire il suo corpo e la sua carriera, come fanno da sempre i grandi campioni che conoscono i propri limiti e sanno quando è il momento di fermarsi.
Mentre a Vienna continua a giocare concentrato, con il solito sguardo freddo e determinato, in Italia la discussione non accenna a placarsi. Però, a ben vedere, questa bufera dice molto più di noi che di lui. Perché Sinner, nel suo modo silenzioso e riservato, rappresenta un’Italia che lavora sodo, che non si lascia travolgere dalle polemiche e che preferisce rispondere sul campo. E chissà che, ancora una volta, non sia proprio la racchetta a zittire le voci e a ricordarci chi è davvero Jannik Sinner: un campione vero, dentro e fuori dal campo.






