Luciano Spalletti, neo tecnico della Juventus, si è presentato quest’oggi in conferenza stampa alla vigilia della sfida di campionato contro la Cremonese.
Luciano Spalletti è da ieri il nuovo allenatore della Juventus. Inizia il nuovo corso dell’ex tecnico del Napoli sulla panchina bianconera. La Vecchia Signora è a caccia di una svolta dopo la vittoria contro l’Udinese che aveva interrotto una serie di un mese e mezzo senza successi. L’ex allenatore del Napoli ed ex Commissario Tecnico della Nazionale Italiana ha firmato un contratto fino al termine della stagione con opzione di rinnovo in caso di raggiungimento di un piazzamento Champions.

La conferenza stampa di Spalletti
Spalletti entra dunque a parlare delle prime sensazioni da nuovo allenatore della Juventus: “Sono sensazioni bellissime, perchè conosciamo tutti la storia di questo club e sappiamo che c’è una grande aspettativa, entrarci dentro è sempre una bellissima emozione”.
Prevale più la voglia di dimenticare la nazionale o di riportare la Juve a livelli alti?
“Prevale la voglia di riportare questo club ad alti livelli. Io ho grande rispetto del lavoro di Tudor che saluto caramente, perchè è una persona splendida. Io sono sicuro di trovare una squadra allenata bene grazie all professionalità di Igor. Ovviamente dobbiamo lavorare in maniera importante per raggiungere le nostre ambizioni. Ringrazio il direttore di Comolli per le belle parole”.
Dello staff tecnico che avrà alla Juventus, Spalletti ha parlato così: “Io ho portato 4 collaboratori, perchè ormai si conosce tutto nel mondo del calcio e la Juventus è fornita di tutto. Ora dobbiamo solo trovare un po’ di confidenza. Ci saranno con me Domenichini, Martusciello, Russo e Sinatti. Voglio spendere due parole per Daniele Baldini che ha deciso di terminare il suo rapporto di lavoro e sono rimasto un pò sorpreso. Lui è uno sveglio e mi dispiace ma devo accettare la sua volontà”.
Juve in lotta Scudetto? Parla Spalletti
Solitamente Spalletti fa giocare bene le sue squadre. Sarà così anche con questa Juventus? La risposta di Spalletti: “Chiaro che fa parte del mio lavoro, è una cosa stimolante e a volte vengono riconosciute queste capacità di un allenatore. I gol soprattutto sono una cosa fondamentale perché per vincere le partite bisogna fare i gol. Il calcio offensivo è un’altra qualità importante però l’essenziale poi è essere squadra, un gruppo che capisce quello che dobbiamo fare in campo in varie situazioni. Se siamo lunghi e uno ragiona in un modo e uno nell’altro diventa più difficile”.
Spalletti è entrato anche nella tematica Scudetto: “Io spero di poter rientrare nel giro Scudetto, perchè no? Le intenzioni devono essere quelle, perchè abbiamo giocato 9 partite e mancano 29 alla fine del campionato. Io ne ho viste di tutti i colori in 30 anni di professione. Io non vedo perchè mi debba accontentare e tenterò di metterci ancora più mano. Io ho assoluto rispetto del valore dei giocatori. Vlahovic? Io parlerò con lui e non ho avuto nessun tipo di imposizione dalla società. Poi valutando la sua ultima partita le sue intenzioni mi sembrano chiare”.

Come migliorare l’attacco? Spalletti non ha dubbi: “Fa parte del mio lavoro. I gol sono fondamentali per vincere le partite. Il calcio offensivo è importante, ma dobbiamo essere squadra ed essere un gruppo che capisce cosa fare in campo. È tutto stimolante per me”.
Concentrazione anche sulla sfida alla Cremonese: “Io ho visto molte partite del nostro campionato. Ho visto l’ultima partita del Napoli e dell’Inter che ritengo le più attrezzate. Noi non possiamo essere presuntuosi di niente e non dobbiamo avere nessun tipo di slogan. Noi dobbiamo lasciare il rumore del pallone che scivola sull’erba. Questo è il modo corretto di parlare”, ha detto Spalletti.
Spalletti, il retroscena del tatuaggio sul Napoli
Di recente ci sono state le critiche sponda Napoli. Spalletti risponde così: “A Napoli ho lasciato qualcosa, è uscito fuori un percorso superiore per il calcio che abbiamo espresso portando a casa uno Scudetto bellissimo e importante. Ho instaurato un rapporto particolare con la gente di Napoli, per me rimarrà tutto intatto. Stamani dovevo fare le analisi e ho fatto prelevare il sangue dall’altro braccio, il tatuaggio non volevo toccarlo. A Napoli ho tantissimi amici, quando vado là ho la città nel cuore al di là delle scelte professionali. Questo fatto di estrapolare ciò che ho detto sul Napoli e della fine del rapporto con quella società, riguardava quella stagione in particolare. Non è che devo smettere di allenare dopo che sono stato un anno a Napoli”.

Koopmeiners? “Mi piaceva e lo seguivo già nelle squadre che allenavo. Avevo tentato di convincerlo nonostante le nostre possibilità fossero inferiori alle richieste del club. Continuo a essere di quell’idea lì. Secondo me è un mediano o una mezz’ala, spesso ha giocato anche davanti alla difesa. Gasperini era stato bravo perché gli aveva tirato fuori altre caratteristiche come il pressing offensivo. Ha un tiro che quando calcia sa dove finisce il pallone. E’ chiaro che spalle alla porta non ha la qualità di Yildiz o di Openda”.
Che mentalità vorrà dare alla sua Juve?
“L’autodisciplina fa la differenza. Da bambino andavo in giro in autostop, ho avuto la possibilità di entrare in quasi tutti gli spogliatoio di quasi tutte le categorie del calcio. L’ho fatto sempre con rispetto verso tutte le persone che incontravo, sapevo anche se il magazziniere avversario aveva un cane o un gatto per sorprenderlo nel salutarlo. Attenzione, lavoro, disponibilità per diventare amici nello spogliatoio, attraverso la collaborazione che ci si trasmette che una qualsiasi squadra con queste qualità poi si sveglia e pam: si è di un livello superiore. Affetto, autodisciplina… quel goal il mio compagno l’ha preso, è stato indicato come consapevole, ma forse potevo fare qualcosa di più io… disponibilità a suddividersi qualità ed errori. Attenzione e cura a cui si fa caso”.






