De Laurentiis rinviato a giudizio nel caso plusvalenze
La sosta per le nazionali, molto spesso, accende le polemiche tra i club. Non sono passate inosservate le dichiarazioni del patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, sulla situazione infortuni.
L’infortunio di Anguissa è la goccia che fa traboccare il vaso in casa Napoli. Dopo la sconfitta contro il Bologna, le dichiarazioni di Conte e qualche malumore interno all’ambiente partenopeo, in serata sono arrivate parole molto dure di De Laurentiis. Parole dirette a FIFA, UEFA e Sindacato dei calciatori, con una riflessione sulla pausa per le nazionali. “Presto i miei giocatori e poi me li ritrovo rotti. Rrahmani è tornato rotto, Anguissa pure. Così non si può andare avanti. Bisogna ridurre squadre e partite, evitare continue soste e concentrare gli impegni internazionali in un periodo definito”, ha detto De Laurentiis.
De Laurentiis si è soffermato, entrando nel dettaglio, sui giocatori che vanno in nazionale e poi tornano infortunati ai rispettivi club di appartenenza: I giocatori sono dipendenti dei club e chi paga gli stipendi dovrebbe avere voce in capitolo. Da qui la proposta di un indennizzo obbligatorio e di una finestra straordinaria di mercato per rimediare ai danni”.
Anguissa, è notizia di ieri, dovrà stare fermo ai box per 2-3 mesi dopo aver rimediato in nazionale una lesione di alto grado del bicipite femorale della coscia destra, saltando dunque 18-20 partite tra campionato e coppe varie. Una perdita sicuramente molto rilevante per il Napoli.
Il presidente del Napoli, intervenuto telefonicamente al Centro Congressi della Federico II durante l’edizione speciale di Motore Italia – America’s Cup organizzata da Milano Finanza, non ha risparmiato dure critiche nei confronti degli organismi politici più rilevanti del calcio europeo, ma citando anche la Federazione calcistica italiana: “Figc, Uefa e Fifa sono sistemi immobili, in cui nessuno vuole lasciare la poltrona. Vogliono controllare tutto: panchine, calendari, incassi. Creano troppe competizioni e ai club resta poco. Con le nuove Champions alla Serie A rimarrà pochissimo”.
Un problema, quello dell’aumento degli impegni, che è stato sottolineato con molta costanza nell’ultimo anno solare. Il sindacato dei calciatori si è espresso negativamente sul calendario fitto, chiedendo a più riprese a FIFA e UEFA di ridurre il numero di partite, specialmente alle porte del Mondiale per Club, che ha reso estenuante lo scorso finale di stagione. Ma la situazione, almeno per il momento, non è cambiata e non sembrano esserci segnali in tal senso.
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