La Formula 1 si prepara a uno dei colpi di scena più clamorosi degli ultimi anni: Toto Wolff starebbe cedendo una parte della Mercedes.
La notizia, trapelata nelle ultime ore, ha lasciato sorpresi molti addetti ai lavori. Dopo anni di successi, titoli mondiali e un dominio tecnico quasi assoluto, la Mercedes potrebbe trovarsi di fronte a un cambio di prospettiva inaspettato.

Non si tratta, come qualcuno potrebbe pensare, di una scelta dettata da ragioni sportive o da tensioni interne al team. Dietro questa mossa, infatti, ci sarebbe una questione prettamente economica, legata alla straordinaria crescita di valore che la scuderia di Brackley ha conosciuto nell’ultimo decennio.
Toto Wolff cede Mercedes: la notizia scuote l’ambiente
Toto Wolff, che detiene attualmente il 33% delle quote del team insieme a Daimler-Benz e al colosso chimico INEOS, sarebbe in trattative avanzate per vendere una piccola parte della sua partecipazione. Secondo le anticipazioni pubblicate da Sportico e dal Financial Times, il potenziale acquirente sarebbe George Kurtz, co-fondatore e amministratore delegato di CrowdStrike, la società di sicurezza informatica già partner commerciale della Mercedes in Formula 1. L’operazione, se dovesse andare in porto, fisserebbe la valutazione complessiva del team intorno ai sei miliardi di dollari, una cifra mai raggiunta prima nel mondo del motorsport.
Un valore, questo, che proietta Mercedes ben oltre i confini del semplice sport, trasformandola in un asset globale paragonabile ai più grandi marchi del calcio e del basket americani. Per rendere l’idea, McLaren, storica rivale e icona della Formula 1, si fermerebbe a una valutazione nettamente inferiore, segno di quanto la gestione Wolff abbia saputo trasformare la squadra in un modello di business vincente. Tuttavia, l’accordo in discussione riguarderebbe soltanto una quota minima — “a una cifra”, come specificato dalle fonti — e non altererebbe in alcun modo la struttura di controllo del team.

Senza ombra di dubbio, si tratterebbe più di una mossa strategica che di un disimpegno. Wolff, infatti, resterebbe saldamente al comando, mantenendo il ruolo di team principal e CEO, ma al tempo stesso valorizzerebbe parte del suo investimento personale in un momento di mercato particolarmente favorevole. L’ingresso di un nome come Kurtz, peraltro, aggiungerebbe ulteriore solidità al brand, consolidando i legami tra tecnologia, sicurezza digitale e motorsport, un connubio che la Mercedes ha sempre saputo sfruttare con grande intelligenza.
Però, c’è chi intravede in questa operazione un segnale più ampio: la Formula 1, ormai, è diventata un terreno di investimento di altissimo profilo, dove fondi e grandi imprenditori competono non solo in pista, ma anche sul piano finanziario. Il valore dei team cresce anno dopo anno, spinto dall’esplosione mediatica e commerciale del campionato. Se la cifra di sei miliardi dovesse essere confermata, la Mercedes stabilirebbe un nuovo punto di riferimento, segnando un prima e un dopo nella storia economica della Formula 1.
E così, mentre i motori si preparano a rombare per una nuova stagione, il vero scossone potrebbe arrivare lontano dai circuiti, nelle stanze dove si decidono le strategie e i destini dei grandi costruttori. Perché nel nuovo mondo della Formula 1, vincere non significa solo tagliare per primi il traguardo, ma anche saper leggere con anticipo le curve — quelle del mercato.






