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“O vincete o impazzisco”: così Solbakken carica la Norvegia “già qualificata” prima dell’Italia

La Norvegia è praticamente con un piede e mezzo ai Mondiali, ma il CT Solbakken vuole che i suoi giocatori affrontino l’Italia al massimo delle potenzialità.

È diventato virale il discorso di Solbakken, commissario tecnico della Norvegia, nel bel mezzo di San Siro. Con una cornice mozzafiato, la guida norvegese ha voluto puntualizzare alcuni aspetti alla squadra, quando manca l’ultimo tassello (praticamente aritmetico) verso i Mondiali 2026. Solbakken ha caricato alla grande la squadra: “Ci saranno almeno 7 mila tifosi norvegesi contro l’Italia a San Siro, anche la Famiglia Reale sarà presente e metà mondo ci guarderà… Per questo dobbiamo giocare bene e dare spettacolo e so che è impossibile spaventarvi”.

Norvegia, la carica di Solbakken

Il cammino nelle qualificazioni per i Mondiali è stato pressoché perfetto per la Norvegia, che ha macinato una serie industriale di gol (33), incassandone appena 4. Ma il CT vuole tenere tutti sul pezzo e ha fatto un discorso motivazionale a tutta la squadra: “Non rovineremo il nostro percorso perfetto perché qualcuno di voi si potrà spaventare… dovesse accadere, impazzirei. Dovete performare, giocare bene dal primo all’ultimo minuto. L’unica cosa che temo è se uno o due di voi non riuscirà giocare all’altezza…”.

Il discorso di Solbakken è dunque proseguito, facendo il riferimento all’impianto teatro della sfida contro l’Italia, ma non solo: “Può anche essere normale quando si è in una situazione come questa, ma tutti voi, ogni singolo tra voi deve prendersi le proprie responsabilità. Siamo riusciti a compiere una perfetta strada per le qualificazioni e di certo non lo rovineremo perché un paio di voi non riusciranno ad esprimersi. Impazzirò se dovesse accadere: questo è tutto”.

Un ritorno ai Mondiali pressoché certo, che questa sera (a meno di una sconfitta con nove gol di scarto, affare piuttosto improbabile) verrà ufficialmente decretata. Ma c’è la volontà di giocarsi il confronto come fosse una finale.

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