Calcio

Conte può far saltare tutto, Inter con l’obbligo di vincere, Spalletti il momento è adesso. Sono i più Allegri

Conte, può far saltare tutto, l’allenatore del Napoli torna in panchina dopo la sosta, vissuta in tutti i sensi. Domenica il derby, per l’Inter obbligo di vincere per ottenere il successo in uno scontro al vertice. In casa Juve, Spalletti ora o mai più, se si pensa al vertice non sono permessi stop.

I più “allegri” sono loro due: Massimiliano Allegri e Gian Piero Gasperini!  Nel frattempo Italia flop, chi sono questi fenomeni paranormali del terzo tipo?

Antonio Conte a Napoli: una situazione che può cambiare gli equilibri della Serie A

Massimo Pavan giornalista Sportitalia

 

Antonio Conte sta attraversando un momento particolarmente delicato sulla panchina del Napoli. Il suo atteggiamento e le tensioni interne rischiano di far saltare il progetto costruito intorno alla squadra partenopea, creando incertezza sia nello spogliatoio che nell’ambiente.

Ciò che accade a Napoli, però, non riguarda solo la piazza azzurra: un eventuale addio di Conte rimetterebbe in moto l’intero mercato degli allenatori. Un Conte libero sul mercato rappresenterebbe infatti un’occasione enorme per qualsiasi club deciso a ripartire quasi da zero, diventando un profilo appetibile per molte società di alto livello.

Napoli in difficoltà: vantaggio per le rivali

La situazione di Conte è osservata con grande interesse da tutte le squadre coinvolte nella lotta per la Champions League. Il Napoli continua a faticare, complice anche il rapporto complicato tra l’allenatore e alcuni giocatori, un problema ormai evidente. A ciò si aggiungono gli infortuni, che rendono ancora più instabile il percorso degli azzurri. Queste difficoltà potrebbero favorire le dirette concorrenti, che sperano di approfittare dei passi falsi del Napoli per scalare posizioni in classifica.

Juventus, Spalletti e un cammino da ritrovare

Un contesto incerto si registra anche in casa Juventus, dove Luciano Spalletti, dopo l’esordio vincente a Cremona, ha rallentato nelle successive gare contro Sporting Lisbona e Torino. Prestazioni positive sotto alcuni aspetti non sono bastate a portare tre punti, lasciando la squadra in una situazione interlocutoria.

La trasferta di Firenze si presenta come un ostacolo complicato, aggravato da un calendario tutt’altro che favorevole: dopo la sosta, la Juventus sarà attesa da un’altra sfida esterna molto insidiosa. Per restare agganciata alla zona Champions, la Juve dovrà necessariamente tornare alla vittoria.

Parlare oggi di lotta scudetto per la Juventus è ancora prematuro. Il desiderio dei tifosi bianconeri è comprensibile, ma per competere davvero ai vertici della Serie A servono condizioni che, al momento, non sono ancora presenti. Prima di tutto una difesa più solida, elemento fondamentale per garantire continuità, e soprattutto una serie di risultati positivi: almeno cinque o sei vittorie consecutive, requisito indispensabile per restare agganciati alle prime posizioni della classifica.

Finché la Juventus non riuscirà a mettere insieme questa striscia di successi, sarà difficile alzare davvero l’asticella degli obiettivi. Le due vittorie interrotte e il successivo pareggio nel derby con il Torino non consentono di fare proiezioni troppo ambiziose. Con un successo nel derby i bianconeri avrebbero raggiunto quota 21 punti, un punteggio più in linea con una classifica forse più “meritata”, e le prospettive apparirebbero diverse. Ma gli scudetti non si costruiscono sui “se”: si costruiscono su certezze, continuità e prestazioni solide.

Derby: la pressione è tutta su Chivu

Nel weekend l’Inter affronterà il derby contro il Milan da capolista, in una sfida di altissima classifica come non accadeva da tempo. I nerazzurri arrivano al match con il vantaggio della posizione in vetta, mentre i rossoneri inseguono immediatamente dietro, rendendo il confronto ancora più acceso.

A rischiare di più è Chivu, che finora non ha ancora conquistato una vittoria di peso, fatta eccezione per il successo contro la Roma grazie al gol mancato incredibilmente da Dovbyk. Un eventuale trionfo nel derby confermerebbe l’Inter come favorita per lo Scudetto, come suggerito dai pronostici e dall’elevato monte ingaggi. In caso di sconfitta, invece, sul tecnico si addenserebbero nuove ombre: sarebbero infatti tre ko contro le tre squadre più forti del campionato.

Allegri se la ride

Il problema opposto ce l’ha Massimiliano Allegri: contro la Roma ha vinto proprio come Chivu, grazie anche a un episodio favorevole — questa volta con protagonista Dybala — ma intanto ha superato il Napoli e non ha perso con la Juventus.

Allegri può sorridere, proprio come Gian Piero Gasperini che, a Cremona, si godrà un po’ di torrone sperando in un pareggio poco lontano. Non sarà semplice senza un vero attacco, ma in attesa del mercato di gennaio la sua squadra ha ormai imparato a trovare la via del gol.

Fenomeni paranormali del terzo tipo!

Un piccolo spazio dedicato alla nazionale italiana di calcio: impossibile non ringraziare Jannik Sinner, che con le sue imprese sportive ha almeno evitato che le prime pagine fossero dominate dallo scempio visto a Milano.

La prestazione degli Azzurri è stata deludente, soprattutto da parte di giocatori troppo spesso raccomandati, poco umili, che arrivavano a scherzare sul possibile “nove a zero”. Sarebbe bastato un semplice 1-0 nel primo tempo per salvare la faccia, ma nemmeno questo è arrivato.

Il livello continua a peggiorare: molti calciatori sembrano non comprendere cosa significhi davvero vestire la maglia della nazionale. Atleti che con i loro club vincono scudetti, disputano finali di Champions League, poi perse, e vengono esaltati da un sistema che tende a sopravvalutarli. Eppure, in nazionale falliscono quasi sempre, magari pensando al campionato, il pensiero viene!

La domanda è inevitabile: perché così pochi riescono a rendere come nei loro club? Il valore che ci viene raccontato non si vede quasi mai quando indossano l’azzurro. Perchè? Solo quando riusciranno a convincere anche in nazionale potranno recuperare un minimo di credibilità.

Fino ad allora, il rischio è che restino impressi solo come “fenomeni” da club incapaci di portare l’Italia ai Mondiali per la terza volta consecutiva, ce n’è abbastanza per chiudersi in casa e non farsi più vedere.

Massimo Pavan

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