Non c’è solo la pallina gialla a misurare la rivalità tra Sinner e Alcaraz, perché il circuito è fatto anche di potere e immagine e…di soldi.
È diventato ormai chiaro che la rivalità tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz non è solo un fatto sportivo. Il 2025 ha amplificato un fenomeno che già da due anni domina il tennis mondiale: i due giovani fenomeni non si sfidano soltanto nelle finali dei grandi tornei, ma competono in un universo più ampio, fatto di immagine, appeal globale e capacità di attrarre sponsor e investimenti. In altre parole, ciò che Sinner e Alcaraz rappresentano supera di gran lunga il numero dei titoli vinti.
Sinner ha costruito la propria fortuna su una disciplina quasi monastica, una professionalità che lo ha reso un riferimento non solo per i tifosi italiani ma per l’intero circuito. È il simbolo del rigore, del miglioramento continuo, dell’atleta che non spreca un gesto e che vive il tennis come un progetto a lungo termine. Una presenza pubblica mai sopra le righe, una comunicazione misurata, un’immagine privata protetta con cura. Anche la relazione con Laila Hasanovic, ormai nota a tutti, vive di una naturalezza che contribuisce a definire un profilo pulito, quasi esemplare.

Alcaraz ha una costruzione mediatica differente. Più esuberante, più latino, più incline a quella spontaneità che genera affetto ma anche critiche. Ha un modo di stare in campo e fuori che divide: c’è chi lo adora per il carattere solare e chi lo giudica ancora troppo focalizzato sull’istinto, sulla risposta emotiva. La fama è arrivata presto, forse prestissimo, e il contorno si è moltiplicato di conseguenza: sponsor in crescita, visibilità globale, collaborazioni commerciali che lo hanno trasformato in un’icona anche al di fuori del rettangolo di gioco. Il punto, però, è che nel 2025 la sfida tra i due ha assunto una nuova dimensione. Non più soltanto Slam vinti, ranking o finali nelle quali ognuno cerca di mettere la propria firma sulla storia. Il nuovo terreno di scontro si chiama economia del tennis. Perché il valore percepito di un campione passa anche dai premi conquistati, dai bonus accumulati, dal peso che ognuno è in grado di generare nella propria stagione. E se nel bilancio sportivo l’equilibrio resta la cifra dominante, su quello economico l’ultimo sprint dell’anno ha consegnato un verdetto sorprendente.
Sinner chiude davanti a tutti: i guadagni record del 2025
La stagione ha sancito una certezza: Jannik Sinner è stato il giocatore più remunerato del 2025. Il sorpasso decisivo su Alcaraz è arrivato nel momento più simbolico possibile: la vittoria alle ATP Finals di Torino, il torneo più ricco dell’anno e quello che più di ogni altro misura il dominio dei migliori. La cifra complessiva che l’azzurro ha raccolto attraverso i soli premi ufficiali dei tornei ATP è impressionante: oltre 19 milioni di dollari, frutto di un’annata che lo ha visto protagonista in ogni angolo del calendario. E se si aggiungono i ricavi del Six Kings Slam, esibizione di lusso che porta in dote altri 6 milioni, il totale supera i 25 milioni di dollari, una cifra che lo proietta in un territorio economico dove finora avevano camminato solo i campioni più affermati.

Alcaraz non è andato lontano, fermandosi però qualche passo indietro: poco meno di 19 milioni, penalizzato proprio dal colpo del suo rivale a Torino. La distanza tra i due è minima, ma sufficiente per decretare Sinner come il più pagato del circuito nel 2025. Il divario con il resto del mondo, però, è ciò che stupisce davvero. Nessun altro tennista è riuscito ad avvicinarsi: Zverev, terzo nella classifica dei premi, si è fermato sotto i 6 milioni. Fritz, Auger-Aliassime, De Minaur, Djokovic e Musetti si muovono tutti nella stessa fascia, lontanissimi dai due leader dell’era moderna. È un dato che mostra un tennis a due velocità. Da un lato Sinner e Alcaraz, che hanno trasformato ogni torneo in una finale personale; dall’altro, il resto del circuito, incapace di reggere la continuità e l’impatto competitivo dei due ventenni più dominanti dell’ultimo decennio.






