Nel mondo del ciclismo arriva una notizia che lascia spazio solo alle lacrime e a un senso di vuoto difficile da spiegare.
C’è un momento, per ogni tifoso, in cui si spera che ciò che si sussurra non diventi realtà. Infatti capita che certi campioni sembrino destinati a non smettere mai, quasi fossero figure eterne, scolpite nella memoria collettiva. Però questa volta il tempo ha imposto la sua legge e lo ha fatto in maniera definitiva, riuscendo a zittire perfino quel briciolo di speranza che molti conservavano gelosamente. La sensazione, nei primi istanti, è stata quella di una morsa improvvisa, di un annuncio che arriva lento, ma quando colpisce lascia il segno.

Solo dopo qualche attimo si capisce che non si tratta semplicemente della fine di una gara o di una stagione complicata. Qui siamo di fronte a un addio vero, totale, di quelli che segnano un prima e un dopo. Ed è in questo clima sospeso, tra malinconia e gratitudine, che il ciclismo saluta uno dei suoi interpreti più amati, uno capace di emozionare con lo stesso impatto con cui sapeva vincere. La notizia riguarda un campione il cui nome basta a riportare alla mente volate memorabili, momenti carichi di orgoglio, quelle giornate in cui sembrava davvero impossibile fermarlo.
Viviani lascia il ciclismo: è finita
Elia Viviani ha scelto il suo palcoscenico per l’ultimo inchino, la Sei Giorni di Gand, una delle kermesse più prestigiose del ciclismo su pista, andata in scena nella storica località belga. Una cornice speciale, quasi simbolica, in cui il 36enne campione ha voluto chiudere il cerchio. Campione Olimpico nell’Omnium a Rio 2016, protagonista in mille battaglie, si è presentato ancora una volta con lo stesso spirito che lo ha sempre contraddistinto. Ha saputo ritagliarsi un ruolo importante anche qui, come se volesse dare al pubblico un ultimo frammento della sua eleganza, della sua lucidità, della sua determinazione.

Nel momento dell’addio, Viviani non ha avuto esitazioni. “Per fortuna non piango, significa che è la decisione giusta. È quello che voglio e questo è quello che ho sempre sognato, finire su questa pista con queste persone intorno a me. Ho davvero la pelle d’oca. Questo è il finale perfetto”. Parole semplici, però cariche di un’emozione sincera, che raccontano più di qualunque analisi tecnica. Pochi giorni prima si era laureato Campione del Mondo nell’Eliminazione, un risultato che sembrava scritto per chiudere il cerchio, come un ultimo timbro da campione vero prima di dire basta.
Oggi, invece, Viviani ha appeso la bicicletta al chiodo per sempre. Nessun ripensamento, nessun passo indietro. Solo la consapevolezza di aver vissuto una carriera ricca, intensa, fatta di traguardi e cadute, di risalite e trionfi. Il ciclismo lo saluta sapendo che un capitolo si è chiuso, e che difficilmente se ne aprirà un altro uguale. Però, proprio per questo, resta la gratitudine di aver potuto assistere al viaggio di un atleta capace di lasciare un segno inconfondibile. Un campione vero, che ora si gode il suo finale perfetto.






