L’ex tennista Canè: “Sinner trasmette un’energia senza pari. Davis? Cobolli è andato oltre i suoi limiti, può sognare in grande”
Con l’ex tennista e commentatore televisivo Paolo Canè per commentare questa stagione, meravigliosa, del tennis italiano.
Canè, partiamo da Sinner, ovviamente. Si possono trovare ancora aggettivi per il 2025 di Jannik?
“Hanno parlato tutti gli addetti ai lavori. Vorrei solo precisare che mi fa male quando sento ancora commenti negativi su questo ragazzo. Entusiasma i bambini di 5-6 anni, è un esempio. Sinner è il trascinatore del movimento. Va tutelato: e lui si tutela. Perché ha una grande famiglia e non dedica tempo alle questioni esterne. Resta concentrato. Quello che gli è successo l’ultimo anno con la sospensione ed altri momenti difficili, deve affrontare anche lui momenti di down e per questo va tutelato. Un professionista, un campione con enorme energia, trasmette la sua capacità al tutto il mondo”.
Quali obiettivi sono precipui per il 2026 di Sinner?
“Sicuramente gli Slam. Gli altri tornei sono di preparazione. Riconfermare l’Australia. Sarà un 2026 molto interessante”.
Da allenatore, in quali fondamentali può ancora migliorare?
“Si migliora da solo di giorno in giorno. Maniacale a livello mentale, cerca sempre la perfezione. Vince e pensa già all’altra gara. Va a lavorare su colpi che non gli sono piaciuti. Migliorerà come il vino, con gli anni. L’esperienza lo aiuterà tantissimo. Come dice Cahill sarà al suo massimo a 27-28 anni”.
Non solo Sinner: la Davis e le speranze di Cobolli
Veniamo alla Davis. Canè, sia sincero: se lo aspettava senza Sinner e Musetti?
“Sapevo che potevano far bene. Hanno giocato incontri difficilissimi. Berrettini ha portato sempre il primo punto, è stato bravissimo. Cobolli ha fatto più del suo: si è trovato avversari più tosti. Partendo sempre dall’uno a zero segnato da Berrettini, vero. Con Munar, però, aveva un onere altissimo, in casa. Grande onore a questi ragazzi. Hanno dato un grande esempio”.

Dove può arrivare Cobolli nel 2026? “Dalla Davis arriva una bella dose di energia. C’è poco da fare: molto dipenderà dalla programmazione. Se vince può arrivare nei primi 5, se perde scende giù. Ripeto, dipenderà tutto dalla programmazione che riuscirà ad avere.”
Ci fa un nome azzurro che può sorprenderci nel 2026?
“Vasamì, che è nella gabbia dei leoni del circuito. Servono grandissimi sacrifici. Ha una palla veloce mancina, molto interessante. Può far bene. Quando ti affacci al circuito è tosta, uscendo dai tornei juniores. Bisogna esser pronti. Questa epoca straordinaria del tennis italiano regalare quei punti di riferimento necessari per questi ragazzi”.






