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Pogacar, sfogo brutale: “E’ demoralizzante”

Il dominio assoluto di Tadej Pogacar è sull abocca di tutti ma ora arriva uno sfogo brutale, parole forti: “è demoralizzante”.

Quando si racconta Tadej Pogacar si entra in un territorio dove le definizioni sembrano sempre troppo strette. Il ciclismo moderno ha visto nascere talenti straordinari, però quello dello sloveno è un caso a parte, una sorta di combinazione perfetta tra potenza, resistenza, lucidità tattica e una naturalezza con cui affronta le gare che lascia senza ombra di dubbio spiazzati anche gli addetti ai lavori. Quattro Tour de France vinti, titoli mondiali, classiche dominate come fossero sfide private e una presenza costante ai massimi livelli in ogni tipo di terreno sono già un biglietto da visita che basterebbe da solo.

Pogacar sfogo in diretta
Tadej Pogacar lo sfogo stupisce i tifosi (Foto IG @ciclismosprintmx – sportitalia.it)

Eppure la grandezza di Pogacar non si capisce soltanto dai trofei, ma dall’effetto che ha sugli altri corridori. Lo si percepisce nelle dichiarazioni, negli sguardi, nelle pause dopo l’ennesima fuga in cui lui sembra volare e gli altri arrancano. Però quello che arriva oggi ha un peso diverso, perché nasce dallo sfogo sincero di chi certe dinamiche le vive sulla pelle, chilometro dopo chilometro.

Pogacar arriva lo sfogo tremendo

Ben Healy, corridore irlandese della Ef Education-EasyPost, ha descritto senza filtri il suo punto di vista sulla situazione del ciclismo attuale, dove Pogacar domina praticamente ogni contesto. Lo sloveno non vince solo le grandi corse a tappe, ma entra di prepotenza anche nelle Classiche, nelle gare mondiali ed europee, creando un divario che, a detta di chi prova a stargli dietro, sembra quasi irreale. Healy ha ripercorso un momento emblematico, quello dell’ultima Liegi-Bastogne-Liegi, una gara che per molti rappresenta la quintessenza della difficoltà e che lui ha chiuso in terza posizione, proprio dietro Pogacar e Giulio Ciccone.

Nella sua analisi, il corridore irlandese ha raccontato un dettaglio tecnico che fa capire perfettamente la distanza che separa il gruppo dallo sloveno. Sulla Redoute, la salita simbolo della Liegi, Healy ha prodotto 495 watt medi in quattro minuti e mezzo. Considerando il suo peso di 62 chilogrammi, significa aver spinto quasi otto watt per chilo, una cifra impressionante che quasi nessun ciclista al mondo riesce a mantenere per quel periodo. Però, nonostante questo sforzo fuori scala, in cima al muro il suo ritardo era già di quindici secondi. Un abisso, considerando la prestazione.

Ben Haley su Pogacar
Ben Haley parla di Pogacar “è troppo forte” (Foto IG @benhealy._ – sportitalia.it)

Healy ha raccontato tutto durante il Roadman Podcast, rispondendo anche a chi da fuori si chiede perché nessuno provi mai a seguire Pogacar quando si alza sui pedali e parte. Lo ha spiegato con una sincerità che colpisce: «Fidatevi, noi ci proviamo. Eccome se ci proviamo: semplicemente è troppo più forte rispetto a tutti gli altri». Una frase che da sola fotografa la situazione. Non si tratta di mancanza di coraggio, di strategia o di condizione. È proprio il livello di Pogacar che sembra andare oltre il normale, come se avesse una marcia in più che gli altri non possiedono.

«Correre contro di lui è demoralizzante, è tra i migliori di tutti i tempi», ha aggiunto Healy, e infatti l’impressione è che ogni vittoria dello sloveno, per quanto meritata, amplifichi una distanza che molti ormai percepiscono come insormontabile. Per Pogacar è l’ennesima conferma del suo talento straordinario, però per il gruppo diventa una sfida psicologica oltre che fisica. In un ciclismo dove i margini si assottigliano e la preparazione è scientifica, avere un avversario così forte da sembrare quasi di un altro livello crea inevitabilmente frustrazione.

E forse proprio in questo equilibrio tra ammirazione e sconforto si trova la vera misura del fenomeno Pogacar: un campione che riscrive i limiti, mentre chi lo insegue può solo sperare, un giorno, di vedere quella ruota non più allontanarsi curva dopo curva.

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