Per chiudere l’anno un’altra big è stata travolta dal caos più totale. Vicina allo scudetto lo scorso anno, la squadra si ritrova ora senza capitano.
Il 2025 rischia di essere ricordato come uno degli anni più delicati per lo sport italiano, non tanto per i risultati maturati sui campi quanto per ciò che è accaduto fuori. Una stagione segnata da crisi dirigenziali, dimissioni eccellenti, penalizzazioni e dissesti amministrativi che hanno fatto tremare più di uno spogliatoio, alimentando polemiche e riflessioni profonde sul modello gestionale dello sport professionistico nazionale. La stampa estera, che una volta guardava all’Italia come laboratorio sportivo per tifo e passione, ha più volte messo in luce una fragilità strutturale crescente, si costruiscono progetti ambiziosi, ma troppo frequentemente senza basi economiche solide.

Il caso più rumoroso, nel calcio, riguarda il Rimini, crollato sotto il peso dei debiti fino all’esclusione dai campionati professionistici. Paradossale se si pensa che il club aveva appena festeggiato un trofeo, la Coppa Italia di Serie C, preludio – sulla carta – di un ciclo di rilancio, trasformato invece in resa. E poi il Brescia, un nome che per generazioni ha rappresentato una presenza fissa nei piani alti del calcio italiano, oggi cancellato come entità sportiva e rinato solo grazie a un nuovo titolo col nome Union Brescia, segno evidente di una rottura identitaria. Senza poi contare le crisi interne maturate anche nel campionato maggiore, partendo dall’ennesimo esonero in casa Juve – quello di Tudor – fino ad arrivare alla recente crepa, poi ricucita, nello spogliatoio del Napoli. Insomma, ognuno ha la sua croce, come si suole dire. Anche il basket però non se la passa liscia, in un contesto incandescente e per certi versi sintomatico di un malessere più profondo, con le vicende recenti dei Trapani Shark.
Trapani Shark nella bufera: capitano fuori rosa, coach dimissionario e piazza in rivolta
Il club siciliano, protagonista di una delle ascese più brillanti degli ultimi anni, si trova oggi intrappolato dentro un vortice che rischia di compromettere non solo la stagione, ma l’intero progetto tecnico. La frattura interna è diventata evidente nel momento in cui Amar Alibegovic, capitano e simbolo della squadra, è stato messo fuori rosa senza comunicazioni dettagliate sulle motivazioni. Una scelta che ha colpito l’ambiente, destabilizzando uno spogliatoio fino a pochi mesi fa compatto e carico di ambizioni. La situazione è deflagrata definitivamente con la decisione di Jasmin Repesa, uomo guida della cavalcata fino alla semifinale scudetto dello scorso anno, di presentare le dimissioni. La società ha provato a rifiutarle, offrendo spiragli per una ricomposizione, ma il dato concreto è che il tecnico non ha condotto l’ultima seduta e a prendere in mano il gruppo è stato il vice, Alex Latini.

Mentre la squadra si prepara alla trasferta di Treviso, l’impressione è quella di un club sospeso, che gioca partite decisive sul parquet mentre fuori il futuro scricchiola. Nel frattempo i tifosi, preoccupati dal susseguirsi di eventi e dal rischio di un ridimensionamento dell’investimento sportivo, sono scesi in piazza davanti al PalaShark per chiedere certezze. Il direttore sportivo Valeriano D’Orta ha provato a gettare acqua sul fuoco, parlando di un progetto che non sarebbe in discussione, ma le domande sono più numerose delle risposte. Sullo sfondo resta aperto anche il capitolo palazzetto, perché la concessione è in fase di revisione e la federazione monitora la posizione della società, che nel frattempo affronta pure penalizzazioni e verifiche documentali.






