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F1, Ferrari derubata: circus a pezzi, com’è potuto succedere

Notizia incredibile scuote il mondo Ferrari e l’intero circus della Formula Uno, tutti si chiedono come sia stato possibile un colpo simile.

Nel paddock della Ferrari, infatti, certe storie sembrano appartenere più alla fantasia che alla realtà. Eppure questa volta non si tratta di un aneddoto costruito per alimentare il mito, ma di un fatto che ha dell’incredibile e che, senza ombra di dubbio, ha lasciato sbigottiti non solo gli appassionati del Cavallino Rampante, ma anche addetti ai lavori e investigatori. L’eco della vicenda è diventata così vasta da riemergere dopo anni, riportando alla luce uno dei furti più clamorosi mai avvenuti nella storia del motorsport moderno. E il modo in cui tutto è venuto alla luce, però, è ancora più sorprendente.

John Elkann Ferrari
Ferrari derubata la notizia emerge solo ora (Foto IG @navy_workwear – sportitalia.it)

Per entrare nel cuore dell’accaduto bisogna fare un salto indietro nel tempo, in quelle giornate di aprile del 1995 quando, in Italia, sul circuito di Imola, si correva il Gran Premio di San Marino. Era un weekend attesissimo, per molti carico di emozioni e memorie ancora fresche, e per i tifosi Ferrari rappresentava sempre un momento speciale. Proprio allora, in quella cornice intensa, due piloti della Rossa, Gerhard Berger e Jean Alesi, si ritrovarono al centro di un episodio tanto grottesco quanto inspiegabile: furono derubati delle loro Ferrari stradali.

Dopo 30 anni ritrovata la Ferrari rubata al pilota

Una di quelle vetture, una Ferrari F512M rossa, sparì nel nulla nonostante denunce, ricerche e indagini che nei mesi successivi non portarono ad alcun risultato. Nessuno sospettava che quella storia sarebbe rimasta sospesa nel tempo per quasi trent’anni, avvolta da un silenzio capace di trasformare il furto in una leggenda metropolitana. Però la realtà, come spesso accade, ha saputo superare la fantasia.

Ferrari F512M rossa
Ferrari F512M, la stessa rubata a Berger nel 1995 (Foto IG @ferrari_bsn – sportitalia.it)

A riaprire il caso è stato il Metropolitan Police Service di Londra, quando l’Unità Crimini Organizzati su Veicoli ha deciso di avviare un’indagine approfondita. Gli agenti hanno iniziato un lavoro minuzioso, scandagliando archivi, transiti internazionali, passaggi di proprietà e movimenti sospetti. Ed è così che hanno ricostruito il tortuoso viaggio della Ferrari scomparsa: l’auto sarebbe stata spedita in Giappone poco dopo il furto, per poi riemergere nel Regno Unito soltanto alla fine del 2023. Un percorso lungo, quasi da film, che ha permesso finalmente di risalire alla sua identità originale.

Il valore della vettura recuperata è stimato dagli esperti britannici in circa 350.000 sterline, pari a circa 409.000 euro. Una cifra importante, certo, ma comunque inferiore ai valori correnti di mercato. Oggi, infatti, secondo le quotazioni presenti su AutoScout24, una Ferrari F512M può raggiungere prezzi compresi tra 425.000 euro per un esemplare con 46.000 chilometri e 469.000 per una vettura con 30.000 chilometri. Numeri che rendono ancora più evidente quanto il furto di allora non fosse soltanto un semplice colpo, ma una sottrazione di un pezzo di storia Ferrari che oggi avrebbe un valore collezionistico altissimo.

Il ritrovamento dell’auto di Berger non chiude solo una vicenda rimasta in sospeso per decenni, ma riporta alla superficie un frammento di storia che ancora oggi colpisce per la sua improbabilità. Senza dubbio, per i tifosi del Cavallino, questo episodio rappresenta un tuffo in un passato fatto di emozioni e misteri, un passato che continua a riaffiorare quando meno ce lo si aspetta.

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