Tra Alcaraz e Sinner si interpone il giovane Cobolli. In vista del 2026 il tennista toscano, romano d’adozione, ha ricevuto una bella stangata.
Il tennis vive di rivalità, ma anche di connessioni sottili, di incroci che spesso raccontano più di una semplice classifica. In questo momento storico, tre nomi finiscono inevitabilmente nello stesso discorso: Carlos Alcaraz, Jannik Sinner e Flavio Cobolli. Ognuno su un piano diverso, ma tutti dentro una fase di transizione che guarda già al 2026. Alcaraz arriva da un anno intenso, chiuso da numero uno del mondo e segnato da una decisione che ha fatto rumore: la separazione da Juan Carlos Ferrero, il coach che lo aveva accompagnato fin dall’adolescenza. Una scelta che in Spagna ha aperto interrogativi e dibattiti, soprattutto per il tempismo, ma che lo spagnolo ha gestito con apparente serenità. Nessuna pausa vera, nessuna fuga: match esibizione, allenamenti continui e la sensazione di voler ripartire subito, senza lasciare spazio a dubbi o nostalgie.

Sinner, dal canto suo, osserva e rilancia. Il 2025 dell’azzurro è stato meno lineare sul piano del ranking, ma straordinario per continuità di rendimento e riconoscimenti: titoli pesanti, premi collaterali, record economici e soprattutto la consacrazione definitiva come volto globale del tennis. In mezzo, cresce Cobolli. Lontano dai riflettori dei due giganti, ma sempre più presente nel circuito che conta. Il romano ha vissuto un 2025 di consolidamento, tra buone prestazioni Slam, Coppa Davis e la sensazione di essere entrato stabilmente in un’altra dimensione. Non ancora quella dei dominatori, ma abbastanza vicina da poterli incrociare non solo in partita, ma anche fuori.
Risate e un Alcaraz già oltre Ferrero: Cobolli paga pegno
È in questo contesto che arriva la scena più leggera, ma forse anche più significativa, di questi giorni. Cobolli e Alcaraz si sono ritrovati sui campi dell’Academy di Murcia, casa dello spagnolo, per allenarsi insieme. Ed è stata proprio questa la prima uscita “pubblica” di Alcaraz dopo il divorzio da Ferrero. Nessun volto teso, nessuna aria di rottura: solo sorrisi, scambi ad alta intensità e un clima che racconta molto più di tante conferenze stampa. A svelare il retroscena è stato lo stesso Cobolli sui social. Dietro quell’allenamento c’era una scommessa persa. La penitenza? Flavio costretto a caricarsi Carlitos sulle spalle e portarlo in giro per il campo, tra le risate dello staff e degli altri presenti. Un gesto goliardico, diventato virale, che restituisce l’immagine di un Alcaraz sereno, già proiettato oltre le polemiche delle ultime settimane.

La scena ha fatto rapidamente il giro del mondo del tennis, anche perché arriva in un momento delicato: la Spagna discute ancora della separazione da Ferrero, mentre Alcaraz sembra aver scelto la strada più semplice e forse più efficace, quella del lavoro quotidiano e del contatto umano. Accanto a lui, Cobolli non è solo uno sparring partner, ma un amico, uno che conosce la pressione dei grandi palcoscenici e che può alleggerire il clima senza abbassare il livello. Intanto, da lontano, Sinner osserva e manda segnali. L’appuntamento di Seul è fissato, la supersfida è solo un’esibizione, ma nessuno fa finta che sia una partita qualunque. Sarà il primo incrocio simbolico di un 2026 che promette di essere ancora una volta una corsa a due.






