Thierry Henry, fuga clamorosa: “Non mi vedrete più”

Thierry Henry ha deciso, la sua è una fuga clamorosa ma non inattesa alla luce di quanto aveva già fatto. “Non mi vedrete più”

(Getty Images)

Chi lo conosce bene non è stupito di questa scelta, perché già quando dava spettacolo in campo con le sue giocate soprattutto in Premier e in Liga l’aveva fatto capire chiaramente. Ma la decisione di Thierry Henry è comunque clamorosa e ha aperto un dibattito importante.

L’ex attaccante di Arsenal e Barcellona, oggi allenatore, infatti ha deciso di chiudere tutte le sue pagine social con oltre 2 milioni di follower. Il motivo è legato al proliferare del razzismo anche sul web, un fenomeno che i gestore delle varie piattaforme social non riescono a contenere e arrestare.

Così, per dare un segnale, Henry chiude tutto: “Tornerò sui social solo quando le persone al potere non vigileranno sulle piattaforme con lo stesso vigore e ferocia di quando viene violato il copyright. L’enorme volume di razzismo, bullismo e conseguente tortura mentale per le vittime è un problema troppo tossico per essere ignorato”, ha scritto.

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Thierry Henry,una carriera da campione. Ma come allenatore sta facendo fatica

Thierry Henry è stato un grandissimo con la maglia della Nazionale francese (il Mondiale del 1998 e gli Europei di due anni dopo in finale contro l’Italia). Ma anche con quelle dell’Arsenal, con due titoli in Premier League, e Barcellona (altrettanti scudetti spagnoli). L’unica pagina amara in carriera come giocatore, nel gennaio del 1999 quando fu acquistato dalla Juventus per sostituire l’infortunato Del Piero.

(Getty Images)

Con Lippi mai un grande feeling, fino alle dimissioni del tecnico un mese dopo. Ma anche successivamente non è andata meglio e prima della stagione successiva Henry è passato all’Arsenal, accusando poi Luciano Moggi di averlo apertamente ostacolato.

Smessi i panni di calciatore, Henry ha vestito quelli di allenatore: non è andata bene comn il suo ritorno al Monaco, maglia vestita anche da attaccante. E così anche alla guida del Montreal Impact in MLS. Li ha portati ai playoff in campionato e nei quarti di finale della Champions americana. Ma lo scorso fine febbraio si è dimesso per motivi personali.

 

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