Vincenzo Nibali e il Giro d’Italia: tutti aspettano Lo Squalo

La fortuna si è girata dall’altra parte quando Vincenzo Nibali è caduto in allenamento procurandosi una brutta frattura al braccio. Il recupero è possibile…

Vincenzo Nibali, due edizioni del Giro d’Italia vinte in carriera (Getty Images)

Manca ormai poco all’inizio del Giro d’Italia, meno di dieci giorni. E l’attesa è tutta per Vincenzo Nibali, due volte vincitore della corsa in rosa nel 2013 e nel 2016. Nibali, 36 anni, è uno dei pochi corridori che può dire di avere vinto tutte le più importanti corse a tappe. Due volte il Giro, una il tour e la Vuelta.

 

Vincenzo Nibali, dopo la frattura

La sua presenza alla prossima edizione del Giro è in forse. La frattura rimediata in allenamento il 14 aprile ha avuto conseguenze molto serie. Un intervento chirurgico con l’installazione di diverse placche e ben undici vite. L’obiettivo sono le Olimpiadi ma il Giro rimane il primo pensiero di Nibali. Che ieri, in una lunga intervista al programma Radiocorsa, ha confermato la sua intenzione di esserci: “La frattura è arrivata nel momento peggiore possibile, perché stavo bene ed ero reduce da una preparazione eccellente. Le due settimane al ritiro del Teide sono state fantastiche e molto produttive anche se a causa della pandemia siamo rimasti chiusi e siamo stati poco a contatto con altre persone. Poi è arrivato l’incidente e non sono potuto. E ora mi tocca aspettare: sto meglio, ma servirà l’OK dei medici”.

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“Farò di tutto per essere al Giro”

La caduta è stata banale. Come tutte le cadute più pericolose: “Colpa di un avvallamento che non ho visto – racconta Nibali – ero molto leggero con le mani sul manubrio e la caduta ha seriamente compromesso il radio. Non è questione di sorte o sfortuna. A volte è il caso a decidere. Bisogna accettare quello che succede e andare avanti. É  una legge che ho imparato sulla mia pelle, sulla bici come nella vita”.

Nibali sta lavorando con la feroce determinazione di chi vuole esserci: “La frattura c’è, ed è seria – dice il ciclista della Trek Segafredo – la placca garantisce una certa stabilità ma il dolore c’è sempre. Il Giro è il mio primo pensiero: ora affronto un piccolo training camp poi farò una visita di controllo e saranno loro a dirmi se proseguire affrontando il Giro o rimandare. La mia intenzione è quella di non lasciare nulla di intentato”.  

 

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