Arjen Robben, palleggia col raccattapalle, poi vince e piange – VIDEO

Le immagini del fuoriclasse di nuovo titolare dopo tre anni e in campo dopo sette mesi di infortunio sono commoventi, Arjen Robben il fuoriclasse che tutti amano

Arjen Robben
Arjen Robben, prima gara da titolare dopo tre anni (Getty Images)

Arjen Robben, indimenticato protagonista di PSV, Chelsea, Real Madrid e Bayern Monaco, è un calciatore d’altri tempi. Ha un’etica, una profonda morale legata alla dedizione e al lavoro e dovunque sia andato ha sempre suscitato applausi tra i tifosi propri e quelli avversari.

Robben, “Non chiamatemi infortunato”

L’ultimo capitolo della sua carriera agonistica lo ha riportato al Groningen, la squadra che lo ha fatto esordire per prima in Eredivisie olandese e che oggi lo considera un po’ il suo monumento in campo. Purtroppo, a 37 anni, per Robben la stagione che si sta per chiudere non è stata una passeggiata…

Tanti problemi fisici, soprattutto un gravissimo infortunio che lo tenuto quasi completamente bloccato, in definitiva, per un anno. Gli infortuni, insieme alle prodezze, sono stati purtroppo l’unico comune denominatore della sua attività, in ogni club nel quale abbia giocato. Problemi alle ginocchia, alle caviglie, soprattutto guai muscolari.

Eppure da un infortunio Robben è sempre uscito con terapie e tanti sorrisi cercando di guardare all’aspetto positivo “I miei infortuni sono un fastidio, ma i veri infortuni sono altri. Per favore, non scherziamo, sono un calciatore, sono un privilegiato. Se vogliamo parlare di infortuni parliamo della gente che perde la vita sul lavoro” dichiarò nel 2016 in un periodo di lunga inattività.

LEGGI ANCHE > Juventus-Milan 0-3, Highlights, Voti e tabellino

Arjen Robben
Arjen Robben, 37 anni, di nuovo titolare con il Groningen (Getty Images)

Lacrime di gioia

Il suo ultimo match da titolare risale addirittura al 27 novembre 2018, una doppietta al Benfica in Champions League e quando ancora vestiva la maglia del Bayern Monaco. Era tornato al Groningen con tanto entusiasmo: le immagini di lui che si allenava con suo figlio, all’inizio della stagione, avevano fatto il giro del mondo e strappato tanti sorrisi. Poi un altro problema, un infortunio muscolare ai gemelli del polpaccio. Nuovo stop.

Ieri, in uno stadio purtroppo ancora una volta deserto, Robin è tornato in campo da titolare dopo tre anni è stato eletto in MVP dopo una gara di intelligenza tattica esemplare nel corso della quale si è messo a servizio dei compagni offrendo due assist straordinari.ma l’immagine più bella di Arjen Robben è quella che è uscita alla fine, quando il calciatore, davanti alle telecamere che lo intervistavano per consegnargli il premio del miglior giocatore della partita, si è commosso e non è riuscito a trattenere le lacrime…

L’esempio di Arjen

Prima della partita durante il riscaldamento Robben torna a fare una delle cose che ama di più: palleggiare con ragazzi del servizio campo. Il fortunato stavolta è Liam, sette anni. I due palleggiano e sorridono. Robben illumina il ragazzino dicendogli…. “Bravo, allenati e divertiti”.

Poi si gioca e Robben torna a fare la differenza. Tra un singhiozzo e un sorriso stirato, Robin, ancora una volta ha usato le parole giuste con umiltà e dedizione: “É  stata una lunga strada, ma se proprio devo chiudere la mia carriera sarà in campo, giocando, e non in infermeria. Io voglio solo giocare. É  qualcosa che mi rende estremamente felice. Oggi è una giornata felice…. Sono felice come un bambino”.

Posato il microfono gli corrono incontro Luka e Kai, 13 e 9 anni… “Papà, fai due passaggi con noi?”

Change privacy settings
×