Caso Djokovic, gli avvocati all’attacco: “La sua esenzione è corretta”

Caso Djokovic, gli avvocati all’attacco: “La sua esenzione è corretta”. In attesa della decisione ufficiale, c’è uno spiraglio per vederlo in campo

Manca ormai poco alla decisione ufficiale sulla partecipazione o meno di Novak Djokovic agli Australian Open ma nelle ultime ore spunta il jolly per il giocatore serbo. I suo avvocati infatti sostengono di avere in mano la cara vincente per ribaltare tutto, perché Nole aveva diritto all’esenzione dall’obbligo vaccinale.

(LaPresse)

Djokovic sarebbe risultato positivo al Covid-19 lo scorso 16 dicembre ed esiste una data di registrazione del risultato, come si legge nella documentazione presentata dagli avvocati. Lo conferma anche la Reuters: Nole sarebbe risultato positivo al test ma due settimane dopo confermava di non aver avuto febbre o problemi respiratori nelle precedenti 72 ore.

E secondo i media australiani, avrebbe anche ricevuto dal Department of Home Affairs la liberatoria. “In base alle sue risposte, corrisponde ai requisiti per entrare in Australia senza obbligo di quarantena”, si legge. Per questo chiedono immediatamente di liberarlo dal Park Hotel nel quale è stato confinato negli ultimi giorni.

(AP/LaPresse)

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Ben Rothenberg, corrispondente del ‘New York Times’, ha indagato e conferma che il 16 dicembre è stata una giornata piena per Djokovic. Avrebbe sostenuto presumibilmente un test molecolare per il Covid che è risultato positivo. Ma nello steso giorno ha anche preso parte ad una cerimonia senza mascherina per un francobollo in suo onore e ad un altro incontro con gli sponsor”.

 

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Djokovic quindi aveva i requisiti per poter chiedere l’esenzione al vaccino, dopo aver contratto il Covid nell’ultimo mese? Lo stabilirà un giudice ma la battaglia si annuncia durissima. E in ogni caso negli ultimi giorni non si è potuto allenare, contrariamente a quello che hanno fatto i suoi avversari.

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