“Ho tentato il suicidio”, ammissione shock ai Mondiali di Atletica

Ultime due giornate di gara ai campionati mondiali di atletica leggera di Eugene dove un medagliato confessa un tremendo segreto

“C’è stato un momento in cui non solo pensavo che non sarei mai più tornato su una pista di atletica, ma ero convinto che non sarei sopravvissuto. Ero talmente depresso che ho letteralmente tentato il suicidio”.

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Ultime due giornate di gare ai Mondiali di Atletica di Eugene in Oregon (AP LaPresse)

Pronuncia queste parole con il sorriso, di fronte a una platea di giornalisti sgomenti in sala stampa. É Matthew Hudson-Smith, medaglia di bronzo ai Mondiali di atletica nei 400 metri per la Gran Bretagna.

Mondiali atletica, la confessione di Hudson-Smith

La rinascita di Hudson-Smith, 27 anni, è esplosa in una gioia irrefrenabile dopo il terzo posto alle spalle dell’americano Michael Norman e di Kirani James, Grenada. Una grandissima impresa considerando le pessime condizioni di salute fisica e mentale nelle quali l’atleta britannico aveva trascorso le ultime due stagioni.

“Ho tentato il suicidio”

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Matthew Hudson Smith, medaglia di bronzo nei 400 maschili ai Mondiali (AP LaPresse)

Le parole di Matthew Hudson-Smith pongono nuovamente l’accento sulla questione stress e pressione psicologica che sembra affliggere molti atleti professionisti e che nel corso degli ultimi anni ha raccolto altre testimonianze drammatiche. Da Naomi Osaka a Nick Kyrgios, a Jelena Dokic. Ma anche il primatista mondiale e olimpico di nuovo Michael Phelps, il lanciatore di MLB Justin Duscherer, persino la lottatrice Ronda Rousey, ex campionessa UFC e volto simbolo della WWE.

Le parole di Hudson-Smith toccano il cuore: “Il 2021 è stato drammatico, non molte persone lo sanno, solo i miei familiari più stretti. Erano tutti molto preoccupati. Correvo sapendo di stare male e vivevo la pressione intorno a me in modo drammatico. Mi sono indebitato, ho perso l’occasione di essere alle Olimpiadi. Covid e pandemia mi hanno isolato negli Stati Uniti senza poter raggiungere la famiglia. E ho cercato di farla finita. Prima ho pensato al ritiro. Poi a una soluzione più drastica e drammatica”.  

Tre anni di inferno: “Ho vissuto un giorno alla volta, ma senza gli aiuti di medici e farmaci non ce l’avrei mai fatta. So che ci sono tante persone come me che stanno combattendo una vera battaglia con se stessi. Chiedete aiuto, fatevi aiutare. Oggi ho pagato i miei debiti, ho vinto una medaglia ai mondiali. Io ce l’ho fatta: tutti devono avere la loro occasione di uscire dall’inferno…”

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