Tare…NI: la stoffa è buona, ma lo Scudetto tocca agli altri

Mentre scriviamo, attendiamo con trepidazione gli aggiornamenti da Oporto: l’affare Taremi non è ancora chiuso, ma la sensazione è che in giornata il Principe di Persia sbarchi a Milano, completando una campagna acquisti di altissimo profilo. Troppi erano oggettivamente i buchi da riempire per Furlani e Moncada: il vantaggio dello scudetto 2022 è stato buttato via lo scorso anno con De Ketelaere e compagnia e così in questa estate ci si è ritrovati a gestire tutto quello che non è stato fatto dodici mesi fa. Alla fine, arrivasse anche l’iraniano, sarebbe rimasto come prioritario solo il discorso relativo al terzino destro: la sfida di Calabria è quella di tornare sui livelli della stagione 2021/22 e allora sì che potrebbe bastare. La stoffa, come disse il Presidente Berlusconi di Zaccheroni, è sicuramente buona: toccherà al sarto, Stefano Pioli, capire se e come sarà possibile cucire una toppa Tricolore.

Scudetto, una parola che ricorre spesso nei discorsi dei tifosi. La verità è che al 31 agosto, non è il Milan ad avere l’obbligo di vincere lo scudetto. Anzi. Sicuramente Pioli e i suoi hanno il dovere di provarci, per dare onore a una proprietà ambiziosa e a un pubblico meraviglioso, ma per monte ingaggi contenuto e operazioni intelligenti sul mercato, questo onere non spetterebbe ai rossoneri. La Roma paga circa 30 milioni al Chelsea per un anno di Lukaku. Gli stessi 30 milioni che l’Inter mette su un giocatore (fortissimo) in scadenza di contratto. E il Napoli è pronto a ufficializzare un rinnovo da capogiro a Osimhen, quasi il doppio di Leao. E allora, chi DEVE e chi invece può? La risposta sta tutta nei numeri. 

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