ESCLUSIVA SI De Vecchi: “Locatelli? Giocatore totale. Chi lo critica…”

Con un potente tiro da fuori deviato da Krunic, ieri sera Manuel Locatelli ha deciso il big match tra Milan e Juventus segnando il classico gol dell’ex. Il centrocampista classe 1998 è alla sua terza stagione con la maglia bianconera. 

Per parlare di lui, Sportitalia.com ha contattato in esclusiva Walter De Vecchi, suo allenatore proprio ai tempi delle giovanili del Milan e oggi Coordinatore tecnico dell’attività agonistica dello stesso club rossonero. 

Inizia così De Vecchi: "Ero allo stadio ieri sera, partita tatticamente non bella. La Juve ha saputo sfruttare gli episodi. Mi dispiace per il mio Milan, ma diciamo che il fatto che sia stato proprio Manuel a decidere la partita mi ha reso meno amara questa sconfitta". 

Tra l'altro, lo stesso giorno di sette anni prima era stato sempre Locatelli a decidere questa sfida, ma con la maglia rossonera. 

"Corsi e ricorsi storici, delle volte il fato ci riserva delle storie particolari. Lì aveva diciotto anni e il gol poi è stato anche abbastanza simile". 

Ora è alla terza stagione alla Juve. Come valuta questo suo percorso a Torino? 

"Sta diventando un giocatore sempre più importante, anche per la Nazionale. Oltre che in fase di possesso e di impostazione, è bravo anche a recuperare palla e ad assistere il compagno in difficoltà. Chi critica Locatelli non capisce nulla di calcio. In una squadra che impone il suo gioco sarebbe una sorta di Paulo Roberto Falcao. Il mio sogno sarebbe vederlo in una squadra come il Manchester City: vedremmo un Locatelli stellare". 

Sono tutte circostanze però opposte al gioco di Allegri. 

"Infatti Locatelli è talmente bravo e intelligente che si è adattato anche a questo sistema di gioco. Credo che Allegri, almeno in queste ultime, abbia scelto questo metodo di difendersi e ripartire, ma quando torneranno Chiesa e Vlahovic sono sicuro che giocherà diversamente. Sono sicuro che la Juve sia una seria candidata alla vittoria dello scudetto". 

Cosa ricorda in particolare di Locatelli? 

"Io l’ho allenato quando era ancora un ragazzino, dai 13 ai 15 anni ovvero quando i giocatori iniziano a formarsi. Mi colpiva la sua grande visione di gioco. Inoltre, ha sempre avuto un grande talento, ma non si è mai crogiolato nella sua abilità tecnica: ha sempre voluto migliorare e maturare. Allenare un ragazzo con la sua mentalità non è stato affatto difficile". 

Un momento chiave della sua carriera? 

"Sotto la guida di De Zerbi è cresciuto tantissimo. Con il calcio totale e di comando del tecnico bresciano, in Serie A era sempre tra i primi posti per palloni toccati e giocate. Oltre a fare molto bene, a Sassuolo ha trovato una grande autostima, tutto culminato nel grande Euro 2020 che ha disputato e nel successivo passaggio alla Juve". 

Anche perché al Milan si stava perdendo. Concorda? 

"Va considerato però che in quegli anni era ancora giovanissimo e quindi in una delle diverse fasi di crescita. Ci poteva stare mandarlo in una squadra meno blasonata ma dove avrebbe avuto più continuità. A mio avviso, l’errore del Milan è stato quello di cederlo definitivamente senza mettere nemmeno una possibile recompra. In questo modo lo ha perso definitivamente ed è andato poi a rinforzare una diretta rivale. Nel centrocampo rossonero attuale lo vedrei benissimo Locatelli".

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