ESCLUSIVA SI Salvioni: “Nizza, con Farioli non è proibito sognare”

Una delle compagini più positive di questa prima parte di Ligue 1 è sicuramente il Nizza targato Francesco Farioli. I rossoneri sono infatti secondi in classifica a 19 punti, uno in meno del Monaco e con ruolino di marcia che conta finora 5 vittorie, compresa quelle in casa del PSG e dello stesso Monaco, e 4 pareggi. 

La stagione è ancora lunga, ma di certo questo Nizza non sta passando inosservato. E infatti Sportitalia.com ne ha parlato in esclusiva con Valter Alessandro Salvioni, allenatore della squadra transalpina dal 2000 al 2002. Nella città della Costa Azzurra è tuttora ricordato per la storica promozione in Ligue 1 conquistata al termine della sua seconda stagione. 

Così esordisce: "Guardo sempre le partite del Nizza. Farioli ha dato una mentalità incredibile, specialmente sul piano tattico: ora la squadra gioca e attacca senza paura, anche contro squadre come PSG e Marsiglia. Ha trasmesso una cultura di calcio molto importante". 

A livello di organico c'è qualcuno che sta apprezzando di più? 

"Dico Dante: è esperto e aiuta tutti nel modo giusto mettendosi sempre a disposizione dei compagni di squadra. Parliamo di un ragazzo straordinario. Anche quando c’ero io il capitano della squadra era molto bravo, ma si poneva nel modo sbagliato con gli altri. Per questo motivo, dopo un po' di tempo, con me finì ai margini e il resto della rosa cominciò a seguirmi. Diversi sono stati i giocatori importanti che ho avuto modo di conoscere a Nizza. Su tutti Evra: pensa che era un attaccante, io avevo in mente di schierarlo terzino ma lui non voleva e alla fine lo convinsi a fare il terzino e abbiamo visto la carriera che ha fatto. Tuttora mi scrive per ringraziarmi. Non dimentico nemmeno Pamarot: la gente non credeva in lui e al primo mi criticavano perché lo facevo giocare, però dopo il mio secondo anno è andato al Tottenham e il Nizza ha incassato quasi 5 miliardi". 

Tornando al Nizza attuale, anche Boga sta disputando una bella annata. 

"Nello schema di Farioli ha il compagno che lo copre e quindi può concentrarsi di più sulla fase offensiva, che è quella che lui predilige. All’Atalanta ha fatto fatica perché doveva occuparsi anche della fase difensiva". 

Più in generale, che piazza è Nizza? 

"Quando c’ero non avevano ancora costruito lo stadio nuovo che è qualcosa di bellissimo. Inoltre il Nizza era da diciotto anni in Ligue 2, e questo costituiva uno smacco non da poco. Inizialmente feci molta fatica. Ti racconto questa: io abitavo in centro in una delle principali vie pedonali della città, quasi tutte le mattine andavo a piedi a prendere il pane e fino alla promozione quasi nessuno mi salutava. Una volta riconquistata la massima serie, ogni giorno la gente mi acclamava e io dicevo ridendo: “Ma come, fino all’altro giorno quasi non mi salutavate e ora mi osannate così?!”. La tifoseria è stata sempre incredibile, appassionata e attaccata ai colori rossoneri. Per quanto mi riguarda, posso dire di aver lasciato il segno: trovai sì una buona squadra, ma che sotto alcune cose doveva migliorare. Ad esempio, spesso i ragazzi mangiavano tanto e male alle 17 quando la partita era alle 20. Su questa cosa mi hanno seguito cambiando abitudini e poi i risultati si sono visti. E un gruppo di tifosi mi hanno anche dedicato un Nizza club, l'anno scorso contro il Basilea hanno esposto il relativo striscione, sono stato felicissimo. Infine, ricordo anche quando dissi una volta: “Spero tanto che ora il Nizza rimanga in Ligue 1 e che in futuro vinca il titolo". 

Che sia questa la stagione buona? 

"Non sarà facile perché il campionato è ancora alle prime fasi, senza dimenticare la corazzata PSG e altre squadra valide. Ma con questa mentalità data da Farioli, al Nizza non è proibito sognare".

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