C’è qualcosa di incredibile in questo Milan: sciupa troppo per frenesia e non sa gestire nessun vantaggio. Anche Leao deve fare più sacrifici. Si salva solo Giroud anche se espulso dal pessimo Abisso

C’è qualcosa di profondamente sbagliato in questo Milan perché nessun giocatore, tranne Giroud (proteste ed espulsione a parte) fa la cosa giusta al momento giusto col pallone fra i piedi. Tutti, tranne il francese, cercano soluzioni forzate o assurde pur avendo autostrade libere per scegliere la semplicità. Situazioni davvero incredibili e non tragga in inganno la vittoria contro il PSG che resta il jolly pescato nella stagione. Per il resto, quella rossonera, è una squadra davvero irritante a vedersi per la confusione che trasmette soprattutto a livello emotivo. Quel che ha combinato a Lecce è incredibile. Va in vantaggio di due gol, colpisce un palo e costruisce almeno altre due limpide occasioni senza, però, mai crederci davvero. Poi, pensa di poter gestire la gara e si fa raggiungere con incredibile leggerezza. Ma a che cosa si deve questa inaccettabile frenesia nel momento di concludere? Da quale inquietudine proviene? Perché Pioli non riesce a trasmettere quella cattiveria che qualche decennio fa era uno dei tratti distintivi di un allenatore vincente del Milan come Capello? Quanti gol devono realizzare i rossoneri per sentirsi realmente al sicuro? Questa è una squadra mentalmente fragile che non può offrire alcuna garanzia nemmeno se andasse in vantaggio 3-0. Insomma una marea di dubbi alimentati dai continui alti e bassi della stagione. Dalle stelle alle stalle e viceversa sembra una prerogativa di questa annata. Fra gli errori c’è anche quello di ritenere Leao un fuoriclasse imprescindibile. Leao è ancora un “progetto”. Spicca in questo Milan perché gli altri non hanno la sua stessa qualità, ma che ci faceva a terra mentre Giroud segnava contro il PSG? Leao si concede tutto il tempo che vuole per seguire le futilità del suo carattere troppo incline ad adagiarsi sui complimenti e sulla teatralità della postura. Questo è un altro compito di Pioli se vuole veramente dare anche a questo ragazzo quella cinica concretezza che manca a lui e a tutta la squadra. Insomma tanto da lavorare e smettiamola nel ritenere limitante per il tecnico l’arrivo di Ibrahimovic. Uno come lui serve, eccome, proprio per stabilizzare una personalità che il Milan ancora non ha. È un lavoro che ha già svolto da giocatore e che potrà esprimere ancora meglio da dirigente. Pioli avrà solo da guadagnarci. Tornando a Lecce non possiamo evitare di sottolineare l’ennesima prova scadente di uno degli arbitri peggiori del nostro campionato: Abisso. Ci ha messo del suo, negativamente, in ogni decisione. Ha lasciato correre dove non doveva lasciar correre e ha fischiato quando non doveva fischiare. Inutile entrare nella marea di interventi sbagliati. Troppi per non decretarne la bocciatura. Arbitro a parte, il Milan deve trovare continuità di rendimento. Non soltanto nella stagione, ma nell’arco di ogni singola partita. Al momento non concede alcuna serenità di giudizio. Soprattutto ai propri tifosi.

Paolo De Paola

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