ESCLUSIVA SI Beltran, Alvarez: “Al River fece lo stesso percorso. Può diventare uno da 20 gol”

Tempo: un concetto chiave quando si parla del periodo di adattamento di cui normalmente un calciatore proveniente da un altro campionato (e continente) necessita per potersi esprimere al meglio. Sì, ma quanto tempo? Dall'altra parte i tifosi che aspettano di veder sbocciare un talento si pongono questo quesito. 

Come nel caso dei sostenitori della Fiorentina, che domenica hanno applaudito la prima rete in Serie A di Lucas Beltran contro la Salernitana, con la speranza che possa essere la molla decisiva per lui, per lavorare più tranquillamente dopo le molte critiche ricevute.

Per provare a dare risposta a questi quesiti su di lui, è intervenuto in esclusiva per SPORTITALIA Pablo Alvarez, a lungo coordinatore delle giovanili dell'Instituto dove è stato uno dei primissimi formatori del centravanti di Italiano.

Finalmente Beltran: che ne pensa del periodo senza gol che ha attraversato in questo inizio di stagione?

"Credo che crescere sia parte di un insieme di cose: adattarsi alla Fiorentina per lui non ha risvolti solamente dal lato sportivo".

E quali altri?

"Sociale e culturale. È un ragazzo giovane che ha cambiato tutta la sua vita, le sue abitudini. Siamo ancora dentro a questo adattamento, è normale".

Insomma, bisognava e bisogna dargli solo tempo?

"E' così, ma come per tutti quelli che fanno un salto così".

Quando lavorava lei con Lucas, quali erano le sue caratteristiche migliori e quali invece gli aspetti sui quali doveva migliorare?

"Da bambino la sua caratteristica principale era la potenza fisica, già allora si vedeva. Poi anche la ricerca della finalizzazione dell'azione. Ci sono poi aspetti di lui che ho sempre ammirato nel lato umano, che lo aiutano ed aiuteranno".

Per esempio?

"La forza mentale, su tutte. Gli ha permesso di arrivare fino a lì".

E per gli aspetti migliorabili?

"Una difficoltà a quell'età era quella di usare il suo piede debole. Da lì a poco però divenne completo come è oggi".

Con il tempo sarà un attaccante da 20 gol a stagione in Italia?

"Penso di sì: poco a poco crescerà. E c'è un precedente che deve lasciare tranquilli i tifosi".

Quale?

"E' successa la stessa cosa al River Plate. Finché non è andato in prestito ed è tornato come un demonio, conquistandosi il posto, gareggiando con Borja e Rondon, cosa che nessuno avrebbe immaginato. Solo lui aveva in testa di vincere la concorrenza con loro e ce l'ha fatta. Sono certo si affermerà".

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