La campionessa di tennis rivela: “Ho giocato con un tumore”

In occasione dell’ultimo giorno dell’anno, la tennista ha rivelato della lotta contro il tumore al seno: ecco le sue parole

Talvolta le storie di sport si mescolano con quelle di vita. Una finale Slam persa diventa niente davanti ai drammi della vita, ma per fortuna esistono le storie con un lieto fine che ci fanno capire quanto sia importante la salute, più di ogni altra cosa al mondo.

Gaby Dabrowski è una tennista canadese di 32 anni nata da Ottawa. Chi segue bene il tennis conosce bene quanto questa donna ha dato a questo sport, soprattuto nel proprio Paese. Nel 2013 ha conquistato il suo primo titolo WTA nel doppio con Sharon Fichman a Washington.

Dieci anni esatti dopo arrivato il suo primo storico Slam in carriera vale a dire lo US Open in coppia con Erin Routliffe diventando la prima canadese della storia a conquistare uno Slam nel doppio femminile. Dabrowski riesce a vincere anche le WTA Finals 2023 con Rotliffe contro Townsend/Siniakova, la stessa coppia con cui aveva persa la finale di Wimbledon qualche mese prima.

Nel doppio misto altri prestigiosi risultati come il Roland Garros con Rohan Bopanna nel 2017 e l’Australian Open 2018 con Mate Pavic oltre alla storia medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi nel 2024 con il connazionale Felix Auger Aliassime battendo gli olandesi Schuurs/Koolhof.

La tennista racconta: “La diagnosi precoce salva le vite”

Il 2024 però è stato un anno ancora più importante per Dabrowski per un altro motivo ovvero la lotta contro il cancro al seno. La canadese ha reso la notizia di dominio pubblico solamente il 31 dicembre sui social: “Come può qualcosa di così piccolo causare un problema così grande? Questa è la domanda che mi sono posta quando mi è stato diagnosticato un tumore al seno a metà aprile. So che questo sarà uno shock per molti, ma sto bene e starò bene. La diagnosi precoce salva vite umane. Posso essere completamente d’accordo con questo”

Una notizia che ha lasciato a bocca aperta i milioni di tifosi, ma che per fortuna racconta di un lieto fine: “Perché sto condividendo la mia storia ora? Per molto tempo, non ero pronta a espormi alla possibile attenzione e alle domande che avrei ricevuto. Volevo capire tutto e gestire le cose in privato, condividendole solo con le persone più vicine a me. C’erano così tante incognite, così tanto da imparare e da ricercare. Ora sono in un posto in cui ho una migliore comprensione del mio trattamento, dei suoi effetti collaterali e di come gestirli. Sono pienamente consapevole di quanto sono fortunata, perché molti non hanno il lusso di poter raccontare la loro storia. Al cancro dico: vaffanculo, ma anche, grazie.”

Change privacy settings
×