Per Carlos Alcaraz la pressione è sempre più alta e lo spagnolo lancia una frase choc: “Non so se avrò voglia di continuare”
Numero 1 a mondo in età giovanissima, neanche 22 anni ma già quattro Slam in bacheca. Carlos Alcaraz ha battuto tutti i record di precocità, arrivando al vertice del tennis mondiale prima di aver compiuto i 20 anni.

Una scalata inarrestabile che però ha lasciato il segno nel tennista spagnolo: la pressione di dover vincere a tutti i costi, quella di sopportare costantemente il paragone con una leggenda come Nadal e ora quella di confrontarsi con Jannik Sinner. Alcaraz ha dovuto sopportare tutto questo e la sua mente, prima ancora del suo fisico, ha spesso chiesto una pausa.
Si spiegano anche così gli infortuni in cui incappa ogni tanto, ma anche la necessità di ‘fuggire’ da quella che per lui sta assumendo le sembianze di una ‘prigione’ dorata. Il tennis gli ha dato tanto e subito, lui però ha sacrificato molto e ha la necessità anche di spazi tutti per lui. Lo ha detto anche nella docu-serie su Netflix incentrata sulla sua carriera. “Il mio sogno è diventare il migliore tennista della storia, ma a modo mio” dice Alcaraz e la frase spiega meglio di ogni altra cosa la sua voglia di altro all’infuori della racchetta.
Alcaraz e il tennis come un obbligo: “Così smetto”
Lo spagnolo, attualmente numero 3 al mondo, racconta la necessità di godersi la vita e spiega come nel 2023 sentì l’impellenza di mettere da parte il tennis per qualche giorno.

“Non sono molto severo con me stesso, prendo del tempo per godermi la vita – il suo racconto nella docu-serie –. Nel 2023 dopo la sconfitta con Djokovic al Roland Garros ero mentalmente esausto: pensavo al tennis 24 ore su 24. Avevo un amico in vacanza ad Ibiza con altri amici e mi sono unito a loro“. Alcaraz racconta di essere andato lì per godersi le vacanze: “Sono andato per scoppiare, per divertirmi”. Fece bene visto che tornò e conquistò Wimbledon.
La normalità cercata da un ragazzo di venti anni che vive uno sport che richiede sacrifici costanti. Proprio quello che Alcaraz non vuole che diventi il tennis: “La mia più grande paura è che il tennis diventi un obbligo. Se succede davvero non so se avrò voglia di continuare“. Dubbi sul futuro, dunque, per un talento purissimo che vuole scrivere la storia del tennis. A modo suo.