Un’attesa lunghissima, durata ben 34 anni. Fatta di partite sui campi di provincia, dalla D alla B. Un viaggio tra difficoltà, fallimenti e una speranza che non è mai mancata. Il Pisa ritorna in massima serie e lo fa al termine di una stagione davvero impeccabile, raggiungendo il Sassuolo in Serie A. E’ il capolavoro di Filippo Inzaghi, l’artefice di un’identità molto precisa e ben definita. Ci sono stati alcuni momenti di discontinuità nel corso del campionato, ma i toscani hanno sempre saputo reagire, mettendo il cinismo e la concretezza in cima alla lista delle qualità predilette.
La stella in panchina, la qualità in campo
La stella numero uno il Pisa l’ha avuta in panchina: Filippo Inzaghi ha fornito un’identità di gioco basata sulla massima intensità. Gioco rapido, verticale e costantemente in pressione sull’avversario. Senza nemmeno farlo ragionare. In campo decisive sono state le super-prestazioni di Matteo Tramoni, vero e proprio jolly della trequarti. Un giocatore che ha saputo rialzarsi dopo tante difficoltà, tra le quali l’infortunio al legamento crociato anteriore.
Ieri sera è scoppiata la festa, nonostante la sconfitta a Bari che è risultata ininfluente, visto il ko dello Spezia a Reggio Emilia. Esulta una città intera, ritorna così il derby con la Fiorentina in Serie A. Uno spettacolo in salsa pisana: la cavalcata è stata grandiosa, adesso è tempo per i festeggiamenti. Alla massima serie, poi, la dirigenza ci penserà tra un po’. Ma ora è il momento di godersi il grandisismo risultato. Dopo una lunga attesa. Ma ne è valsa davvero la pena!