Malinconia bianconera. Quella che avvolge la Juventus, sì anche quella di Tudor. La botta d’orgoglio post cambio tecnico è durata due/tre partite. Perchè poi questa Juve non sembra così distante dalla Juve di Thiago Motta. Ok subisce meno gol rispetto all’ultima versione dell’ex allenatore bianconero, ma in attacco i problemi sono sempre gli stessi. Poche occasioni, pochi gol. La squadra fa una fatica pazzesca a produrre gioco, fa una fatica pazzesca ad avere un’anima. Come se mancasse sempre qualcosa, come se mancasse voglia e gioia. La Juve sembra una squadra triste. Si muove da gruppo slegato, si muove da gruppo che è tornato ad essere preoccupato. Perchè le cose non funzionano come dovrebbero. E’ anche vero che gli infortuni continuano a giocare un ruolo decisivo. Tudor ha fuori mezza squadra e da ultimo ha perso anche Cambiaso che salterà sicuramente lo scontro Champions contro la Lazio. Gli infortuni sono una costante della gestione Tudor esattamente come della gestione Motta. Poco è cambiato insomma. La filosofia sarà pure diversa, ma alla fine contano i risultati. Motta fu esonerato con la Juve quinta in classifica ad un punto dal quarto posto sinonimo di Champions. Dal 23 marzo in poi non c’è stata la rivoluzione tanto auspicata.
Tre vittorie, due pareggi e un ko contro il Parma in 6 partite, il bottino di Tudor che tradotto in classifica vuol dire quarto posto insieme alle due romane. Questa Juventus, a prescindere dall’allenatore, ha un problema strutturale. Gli antichi dubbi su come sia stata costruita la rosa sono tornati d’attualità. E se la qualificazione in champions dovesse sfumare, una rivoluzione totale dovrebbe essere obbligatoria. Il gigante Tudor inizia a farmi un po’ di tenerezza, altro che grosso e “cattivo”. Il suo entusiasmo non è diminuito, anzi è quello di un mese fa, ma non è direttamente proporzionale a quello dei giocatori. Rivedere per credere l’ingresso in campo di Douglas Luiz al Dall’Ara con Tudor che provava ad incoraggiarlo e il brasiliano che nemmeno lo guardava. Troppe stranezze all’interno, troppi punti interrogativi.

Quelli che non ha più la Roma grazie al lavoro immenso di Ranieri. Ogni volta ci ritroviamo a scrivere le stesse cose su Sir Claudio, in realtà la sottoscritta ogni volta nota delle cose diverse nella gestione delle partite da parte dell’allenatore giallorosso. La potenza di Ranieri è stata quella di aver costruito una Roma camaleontica che sa giocare senza il suo giocatore più forte (Dybala), che sa giocare anche con le due punte insieme, che può permettersi di tenere in panchina Paredes e Saelemaekers. Tanto ha Svilar, direte voi, e probabilmente avete ragione. Ma anche il ritorno di Svilar ai suoi livelli, per me tra i top 5 portieri in Europa, è merito del lavoro del condottiero di San Saba. A differenza della Juventus, la Roma è un gruppo granitico, un gruppo che è tornato anche a divertirsi. Chiusura sui complottisti solo quando di mezzo c’è il calcio. Il riferimento è alla fasciature di Lamine Yamal e compagni giudicate sospette da parte dell’ex medico del Real Madrid. Qui in Italia e, non solo i tifosi dell’Inter, gli sono andati dietro e hanno iniziato ad indignarsi e a gridare al complotto. Piccolo e spassionato consiglio, fatevi venire i dubbi riguardo cose più importanti, provate a farvi delle domande a 360 gradi e non solo quando c’è di mezzo il calcio e la vostra squadra del cuore.