Appena tornata dalla serata del Gewiss. E che serata. Per la lotta champions, per l’Atalanta vincitrice e, sì, anche per la Roma sconfitta. Tante cose da dire, tante riflessioni e una buona dose di emozioni. Le emozioni di uno stadio, anzi di un gioiellino, che anche solo per quanto è bello merita la champions league. Non c’ero mai stata e vederlo ti fa illudere che l’Italia un giorno possa essere tutta così, ma ti fa anche arrabbiare perché tanto sai che non sarà mai tutta cosi. Ha ragione Gasperini quando dice che la quinta qualificazione in champions negli ultimi 7 anni è un risultato fantastico. Ha ragione perché ha costruito la sua Dea attraverso il gioco e quando gioca così (i primi 25 minuti sono stati sensazionali) è un piacere per gli occhi e puoi fargli solo tanti complimenti.

Già Gasp, l’uomo con il futuro in bilico, l’uomo che al fischio finale ha lasciato il palcoscenico ai suoi giocatori per poi concedersi il solito balletto davanti alla curva nord che lo incitava, prima di rientrare negli spogliatoi. Gasp e Bergamo sono davvero una cosa unica e dal vivo te ne accorgi ancora di più. Vi racconto un aneddoto del post partita. Prima della conferenza stampa saluto Gasperini e, nel fargli i complimenti, gli butto lì anche una battuta: “Vieni a Roma mister? E lui: “Sì al matrimonio di Scamacca” e giù risate anche degli altri colleghi che stavano ascoltando.

Perché Gasp, al di là delle smentite della primissima ora di Ranieri, rimane nell’ormai famosa short list giallorossa. E ci rimane insieme a Cesc Fabregas, nonostante Bayer Leverkusen e Milan. Questo è quello che ci risulta, ma per il futuro c’è tempo. Il presente è una champions, per me sfumata, ma che la Roma per come l’ho vista anche stasera avrebbe meritato di conquistare a braccetto con l’Atalanta. Per la rimonta straordinaria che ha fatto, ma anche per come riesce sempre a cambiare pelle in base all’avversario. Stasera davanti a un grande squadra la Roma ha giocato una grande partita. E se fosse andata in vantaggio con Konè alla fine del primo tempo probabilmente avremmo visto un’altra partita. No, per me il rigore non c’era, ma capisco Ranieri anche perché si è sentito dire che la Roma nella sua remuntada qualche “aiutino” l’avrebbe ricevuto. Nessuno “aiutino” lo dico io, solo un lavoro pazzesco. Io stasera avrei inserito prima Saelemaekers per provare a vincerla, ma questa è un’altra storia. Chiusura sui due centravanti. Retegui non ha segnato, ha duellato tutto il tempo con Mancini e ha fatto un lavoro pazzesco per la squadra. È quello che deve fare un attaccante. Dovbyk, invece, proprio in questo fa ancora troppa fatica e nella serata del Gewiss dal paragone con Retegui ne esce con le ossa rotte.