Premessa. Scrivo prima di conoscere l’esito del summit tra l’Inter e Inzaghi. E il mio pensiero va oltre l’esito, non ha nulla a che fare con l’eventuale addio o l’eventuale permanenza dell’allenatore piacentino. Per la sottoscritta, il ciclo di Inzaghi è finito, e nei suoi panni lascerei l’Inter. Non avrei mai pensato di scrivere queste cose prima della notte horror di Monaco, ma all’improvviso tutto mi è sembrato più chiaro, perchè ho capito che Inzaghi più di quello che ha fatto in questi 4 anni non può fare. Fai meglio solo se vinci ovvio, ma centrare due finali di Champions in tre anni capita solo al Real e se perdi in quel modo vuol dire che sei arrivato al capolinea perchè, forse, hai già fatto tutto il possibile. Idem per il campionato. Hai vinto lo scudetto della stella, ma potevi vincerne altri due. Hai la forza per portare ancora l’Inter in fondo a tutto? Puoi fare un grande mercato, puoi cambiare i giocatori soprattutto quelli arrivati un po’ ai titoli di coda, ma hai gli stimoli per ricominciare tutto da capo anche se sei identificato con il nerazzurro? Questo è il mio dubbio, ed è per questo che dico che Simone Inzaghi e l’Inter dovrebbero dirsi addio. Allenatore top, grande persona, ma i cicli sono fatti per essere chiusi e il messaggio di Monaco di Baviera è troppo evidente per non coglierlo.
Per rimanere in tema allenatori, non ho capito il ritorno di Sarri alla Lazio. Cioè capisco la Lazio, perchè dopo la “scommessa” Baroni ci rivoleva una figura che conoscesse alla perfezione l’ambiente con tutti i suoi pregi e difetti, ma la scelta di tornare da parte di Sarri sa tanto di ripiego alla mancata chiamata da parte del Milan. Come se avesse avuto paura di rimanere per il secondo anno di fila senza squadra. Mi sarebbe piaciuto vederlo a Firenze, per provare a domare una piazza particolare ed esigente come quella viola. Non sono una fan delle minestre riscaldate, anche se quella di Ranieri sulla sponda giallorossa è andata alla grande. Ranieri garante di Gasperini. Gasp che arriva sulla panchina giallorossa tra lo scetticismo generale oltre agli attriti del passato. Facendo un sondaggio sul binomio Gasperini-Roma con gli addetti ai lavori, tutti hanno espresso forti dubbi sulla scelta del club giallorosso. Personalmente Fabregas mi intrigava di più, ma se Gasp riesce a settarsi da subito sulla frequenza As Roma ne vedremo delle belle a prescindere (ma non troppo) dal mercato.

A proposito di allenatori continuo a non capire Spalletti. Sulla questione Acerbi mi schiero dalla parte del difensore dell’Inter anche se avrebbe dovuto manifestare il suo no alla convocazione subito e non dopo due settimane. La cosa, però, che mi genera maggiori perplessità è la mancata convocazione di Mancini, Cristante e Mandragora. Ma come fai a non convocare chi ha chiuso in crescendo la stagione? Cristante con Ranieri è tornato titolare e ha fatto un’ottima seconda parte di stagione, Mandragora è stato il migliore della Fiorentina insieme a Kean e Mancini ha fatto un ulteriore step in avanti per prestazioni e soprattutto leadership. Con tutto il rispetto per Luca Ranieri, Mancini ha dimostrato di avere ancora qualcosa in più.