Le parole di Spalletti, la faccia di Gravina in tribuna, il doppio ruolo di Ranieri, la retorica delle ultime ore. Non so cosa sia peggio. O forse si. Spalletti dopo la vittoria contro la Moldova fa un po’ la vittima e un po’ il carnefice. La cosa che mi fa impazzire, ma che forse passerà in secondo piano è che ha ammesso che avrebbe dovuto chiamare gente più fresca visto il logorio di alcuni giocatori. E allora mi Ri-chiedo come sia stato possibile che non l’abbia fatto? E’ come se si fosse autosabotato Spalletti e non ne capisco la motivazione. Inutile poi sparare a zero a scoppio ritardato su chi ha rifiutato la convocazione. La faccia di chi comanda il calcio, invece, era quella dei giorni peggiori, quella di chi sa che tutta Italia lo vorrebbe più fuori che dentro. Il jolly di Gravina si chiama Claudio Ranieri. Per la Roma invece rischia di essere già la fine del nuovo progetto. Mi spiego. Non ho mai creduto al doppio ruolo, a maggior ragione non ci credo adesso. Ranieri è stato il garante di Gasperini, i Friedkin hanno fatto capire che la scelta del nuovo allenatore è stata del vecchio allenatore, quindi Ranieri non è stato un semplice consigliere, Ranieri ha avuto potere decisionale.

Gasp è un suo uomo e ha bisogno di lui per comprendere tutte le sfumature di Roma e della Roma. La piazza ha accettato l’ex tecnico dell’Atalanta soprattutto perchè si è fidata di Sir Claudio. La costruzione della nuova Roma passava dal feeling tra Ranieri e Gasperini, passava dal loro lavoro quotidiano e da scelte di mercato condivise. Parlo al passato, perchè trovo veramente difficile parlare al presente. Se diventi Ct della Nazionale, di questa Nazionale disastrata, non puoi non dedicare quasi tutte le energie all’azzurro. Perchè non solo devi rialzarla, devi proprio ricostruirla. Per l’ennesima volta. E anche se ti chiami Ranieri e fai miracoli non sarà affatto semplice. Capisco quindi tutte le perplessità della Roma sul doppio ruolo, soprattutto a 73 anni.

La retorica invece l’ho sentita da Silvio Baldini, un allenatore, ma soprattutto, un uomo che stimo tantissimo. Quasi tutte le cose che dice Baldini sono condivisibili, anche perchè è uno dei pochi che ha sempre avuto il coraggio di dire quello che pensa. Tante cose scomode, tanta verità, ma anche tanta retorica. Se il mondo del calcio è diventato davvero come l’ha descritto, perchè Baldini sceglie ancora di farne parte? Non sarebbe più coerente sfilarsi e abbandonare tutto e tutti? La verità è che denunciare fa parte dell’essere italiano, ma fare la rivoluzione, quella vera, è la cosa più lontana da noi.