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Sinner, Alcaraz e il manifesto di una nuova era

5 ore e 29 minuti, dalle ore di sole cocente fino all’avvenire del tramonto più bello. La finale del Roland Garros tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz è stata la conferma di un nuovo manifesto, il manifesto di una nuova era destinata a scrivere pagine di storia. Una storia di cui siamo testimoni diretti ma forse dobbiamo ancora rendercene conto, razionalizzare l’albore di un nuovo spettacolo, perché impegnati a goderci qualcosa di imprevedibile, di magico. Il primo game, ieri pomeriggio, è durato 12 minuti, per far capire ancora una volta a cosa stiamo assistendo, in una partita dalle varie letture di interpretazione.

Sinner Djokovic
(www.sportitalia.it – X Jannik Sinner)

Anche ai più forti tremano le braccia

Sinner ha dimostrato un livello importante, maggiore rispetto a quanto fatto vedere a Roma. Per statistiche, quella di Jannik è stata la sua miglior prestazione sulla terra rossa. Certo, le recriminazioni devono esserci perché quei match point pesano e peseranno ancora come un macigno. Tutto ciò ci ha dimostrato che le braccia possono tremare anche al tennista più forte del mondo, perché ci sono attimi dove la testa può farci poco e nulla. E questo, se la uniamo alla ferocia agonistica di Carlitos, che in quei 10′ è letale come non mai, allora ecco che il dado è tratto. Un Alcaraz vicinissimo alla perfezione e che dimostra di avere una marcia in più sulla terra rossa. Ma Jannik, sul campo preferito dello spagnolo, si sta avvicinando eccome.

Alcaraz Roland Garros
 (Foto IG @carlitosalcarazz – sportitalia.it)

Sinner e Alcaraz, il manifesto di una nuova era

La finale di ieri ha scavato un nuovo solco tra quello che è stato, ciò a cui stiamo assistendo e ciò che verrà nei prossimi anni. Dalla semifinale vinta dall’altoatesino contro Novak Djokovic fino all’ultimo atto di ieri pomeriggio, come l’ennesimo passaggio di consegne tra il periodo d’oro dei tre tenori a quel dualismo che ci porteremo avanti nel corso dei prossimi anni. Perché non c’è nessuno, al momento, in grado di contrastare la forza impressionante di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Perché, Ranking ATP a parte, questi due si migliorano, si spronano, si annullano e si ricreano come forze innaturali di un tennis destinato a scrivere pagine romantiche di una storia che è già cominciata. E ora avanti, verso il prossimo capitolo.

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