Le parole di Spalletti dopo la sua ultima partita, la faccia di Gravina in tribuna, il No di Ranieri, la retorica delle ultime ore. La sintesi perfetta del caos azzurro. Spalletti dopo la vittoria contro la Moldova fa un po’ la vittima e un po’ il carnefice. La cosa che mi fa impazzire, ma che forse passerà in secondo piano è che ha ammesso che avrebbe dovuto chiamare gente più fresca visto il logorio di alcuni giocatori. E allora mi Ri-chiedo come sia stato possibile che non l’abbia fatto? E’ come se si fosse autosabotato Spalletti e non ne capisco la motivazione. Inutile poi sparare a zero a scoppio ritardato su chi ha rifiutato la convocazione. La faccia di chi comanda il calcio, invece, era quella dei giorni peggiori, quella di chi sa che tutta Italia lo vorrebbe più fuori che dentro. Era quella di chi forse già immaginava il No di Claudio Ranieri. Un rifiuto ponderato e, per me, assolutamente comprensibile.

Perché le convocazioni o gli incarichi si possono rifiutare anche se ti chiami Italia, se l’Italia è questa. Non hanno scelto i Friedkin, è Ranieri che ha scelto la Roma dimostrando che la famosa appartenenza, quella invocata per la maglia azzurra, esiste ancora. La Roma da questo punto di vista è stata perfetta. I Friedkin avevano liberato Ranieri per la Nazionale e quindi per il doppio ruolo. È stato a Ranieri a rifiutare, consapevole che con i doppi ruoli, non si va lontano. Non se l’è sentita di abbandonare parzialmente il nuovo progetto di cui si è fatto garante. Ranieri non è un semplice consigliere dei Friedkin, Ranieri ha avuto potere decisionale nella scelta del nuovo allenatore. Gasp è un suo uomo e ha bisogno di lui per comprendere tutte le sfumature di Roma e della Roma. La piazza ha accettato l’ex tecnico dell’Atalanta soprattutto perchè si è fidata di Sir Claudio.

La costruzione della nuova Roma passa dal feeling tra Ranieri e Gasperini, passa dal loro lavoro quotidiano e da scelte di mercato condivise. Se fosse diventato Ct della Nazionale, di questa Nazionale disastrata, avrebbe dovuto dedicare tutte le energie all’azzurro. Perchè questa Nazionale non va solo rialzata, va ricostruita per l’ennesima volta. Viva Ranieri, Viva la sua coerenza, Viva il coraggio di dire di No. Un po’ di retorica, invece, l’ho sentita da Silvio Baldini, un allenatore, ma, soprattutto, un uomo che stimo tantissimo. Quasi tutte le cose che dice Baldini sono condivisibili, anche perchè è uno dei pochi che ha sempre avuto il coraggio di dire quello che pensa. Tante cose scomode, molta verità, ma anche retorica. Se il mondo del calcio è diventato davvero come l’ha descritto, perchè Baldini sceglie ancora di farne parte? Non sarebbe più coerente sfilarsi e abbandonare tutto e tutti? La verità è che denunciare fa parte dell’essere italiano, ma essere rivoluzionari veramente, è la cosa più lontana da noi.






