Lo scontro tra Valentino Rossi e Marc Marquez si rinnova continuamente: le ultime parole hanno gelato tutti gli appassionati di moto.
La rivalità tra Valentino Rossi e Marc Marquez è stata senza dubbio una delle più accese nella storia del Motomondiale. Gli scontri tra i due campioni, in pista e fuori, hanno appassionato (e diviso) milioni di fan: l’episodio ‘chiave’ è certamente il Gran Premio di Assen 2015, quando Marquez ostacolò Rossi per impedirgli di vincere il decimo titolo iridato, favorendo così il suo sfidante Jorge Lorenzo.

Anche oggi che il Dottore non è più in sella a una moto ma solo dietro le quinte con la sua VR46 Racing le frizioni tra Rossi e Marquez non mancano. Di tanto in tanto il fenomeno di Tavullia lancia ancora qualche frecciata allo spagnolo, attualmente leader della classifica piloti con la Ducati ufficiale.
Dal canto suo il 32enne di Cervera ha risposto che non ha tempo di pensare a cosa dice il suo rivale, preferendo quindi non replicare alle sue parole. Ma cosa ha portato a questa differenza così profonda? Giorgio Terruzzi, celebre giornalista sportivo milanese, ha rilasciato un’intervista a Moto.it parlando soprattutto di motorsport e soffermandosi proprio sulla rivalità tra i due grandissimi piloti.
Rossi-Marquez: scontro totale, i fan sono spiazzati
“Non sono stati grandissimi duellanti loro, è stato un problema di generazione“, ha detto Terruzzi, provando poi a spiegare perché si è arrivati a questo scontro così duro. “Secondo me il livore di Marquez era dovuto al fatto che avrebbe voluto occupare finalmente la scena – afferma il noto giornalista – Invece Valentino è rimasto lì a occupare il suo posto per molto tempo con le tribune gialle“.

Al di là di questo, però, Terruzzi ritiene che il dualismo tra l’italiano e lo spagnolo sia stato “premiato alla fine da una sorta di gratitudine nell’altro che ti ha dato l’opportunità di tirar fuori il tuo meglio“. Il giornalista ha poi ricordato che nella storia dello sport, compreso il motorsport, tante rivalità si sono poi concluse con delle pacificazioni.
Questo perché si arriva a un certo punto in cui uno dei due contendenti può pensare che se non ci fosse stato il grande rivale e la voglia di batterlo forse non avrebbe raggiunto livelli così alti. “Avrei magari vinto di più, ma da solo? Come un pirla, invece no, cioè è una ricchezza, no?“, conclude Terruzzi.