C’è un momento, in ogni stagione, in cui si smette di parlare di aggiustamenti e si comincia a fare i conti con la realtà. Succede a tutti, anche ai più grandi.
Per Pecco Bagnaia, quel momento sembra essere arrivato. L’aria si è fatta pesante, le aspettative sono evaporate sotto il peso delle classifiche e il cronometro, impietoso, non aspetta. L’ultima tappa ad Aragon ha sancito un altro passaggio a vuoto con un terzo posto che serve a poco e ora, con il Mugello alle porte, la pressione è a livelli massimi. In casa, davanti al suo pubblico, Bagnaia non potrà permettersi un’altra ombra. Non più.

Doveva essere la stagione della consacrazione, quella del tris iridato, della leggenda. Invece, è diventata una rincorsa affannosa, segnata da errori, sfortune e da una Ducati che non risponde più come un tempo. In tutto questo, il presente si chiama Marc Marquez, dominatore della classifica e sempre più leader carismatico di Borgo Panigale. Un sorpasso tecnico e psicologico che ha messo Bagnaia spalle al muro, in una posizione scomoda per un due volte campione del mondo. C’è poi Alex Márquez, la sorpresa che nessuno si aspettava: costanza, fame e risultati. Ora Bagnaia non è solo terzo in campionato, ma lo è dietro a entrambi i fratelli Marquez. Ed è un dato che fa rumore, soprattutto in Ducati. Tocca a lui dare un segnale, e il Mugello potrebbe rappresentare l’ultima curva prima della svolta o dell’addio ai sogni mondiali.
Crisi Bagnaia, il tempo non è infinito
La stagione 2025 era iniziata sotto i migliori auspici per Pecco Bagnaia, capace di imporsi con decisione al Gran Premio delle Americhe. Sembrava il preludio a un dominio annunciato. E invece, dopo quella fiammata iniziale, il buio: una serie di prestazioni incostanti, un ritiro pesante a Silverstone, una caduta nella gara principale, problemi con l’avantreno della nuova Ducati GP25 e un feeling mai ritrovato. Il tutto mentre Marc Márquez macinava podi e punti con chirurgica continuità. A detta dello stesso Bagnaia, la nuova GP25 non restituisce più le certezze del passato: il grip anteriore è imprevedibile e il suo stile di guida aggressivo, basato sulle staccate al limite, viene penalizzato.

Gli ingegneri Ducati stanno cercando soluzioni, ma la fiducia è fragile, il morale altalenante. In questa fase, anche l’armonia all’interno del team inizia a vacillare. L’arrivo di Marc Márquez ha portato sì competitività, ma anche frizione, pressione e confronto diretto. Il campione italiano ora sembra l’ospite a casa propria. Nel frattempo, Alex Marquez, in sella a una Ducati GP24, si sta dimostrando una rivelazione. Secondo in classifica, davanti al compagno di marca più titolato, ha vinto gare e impressionato per lucidità e freddezza. Ecco perché il Mugello, storicamente amico di Bagnaia, assume un valore decisivo: se non sarà rilancio, sarà resa. E la Ducati osserva, con crescente impazienza.