Nell’ultima settimana, da quando è uscita l’intervista al Ceo dell’Al Hilal Esteve Calzada, è stato tutto un florilegio di tesi sul tradimento che Simone Inzaghi avrebbe perpetrato ai danni dell’Inter, prendendo un accordo con gli arabi prima della finale di Champions League. Ma in verità il senso dell’intervista è stato altamente forzato: perché l’amministratore delegato parla di un accordo raggiunto, ma non di una decisione presa. Qual è la differenza? È evidente che se c’è un contatto senza un rifiuto, vengono comunicati quali sarebbero gli estremi per eventualmente raggiungere l’accordo finale. Il che non significa aver già preso l’accordo definitivo. Semplicemente, la differenza è tra comunicare le condizioni eventuali, e prendere la decisione. E Simone Inzaghi la decisione l’ha presa soltanto dopo la finale di Champions League. Ma aspettiamo un attimo prima di arrivarci.

Perché non c’era soltanto l’Al Hilal. Simone Inzaghi ha ricevuto offerte anche da altre tre squadre. Badate bene: offerte, non solo contatti, ché quello includerebbe tante altre squadre. In tre hanno presentato la possibilità di offerta a Simone Inzaghi, incontrando le sue eventuali condizioni: Manchester United, Chelsea, e Juventus. Le prime due avrebbero dovuto avere come condizione il perdere la finale di Europa League. Ma in verità, Inzaghi per ragioni linguistiche non si è sentito di intraprendere l’avventura in Premier League, per ora.

E poi, c’era la Juventus. C’era l’offerta fatta da Giuntoli. Ovvio, la permanenza del direttore sarebbe dovuta essere necessaria perché si potesse concludere l’accordo. Ma in verità non siamo arrivati nemmeno a quello stadio, perché Simone Inzaghi mai e poi mai avrebbe potuto immediatamente raggiungere la Juventus dopo aver lasciato l’Inter.
E rimane l’Al Hilal. Inzaghi fa sapere quali sarebbero le sue condizioni, ma chiede di posticipare la propria risposta a dopo la finale di Champions League. Non è soltanto una questione di correttezza. È perché letteralmente non sapeva ancora che cosa avrebbe voluto fare. Forse la sicurezza non l’avremo mai, ma in verità vincendo la finale di Champions, Inzaghi mai e poi mai avrebbe lasciato a qualcun altro la possibilità di giocarsi le finali guadagnate sul campo, di Coppa Intercontinentale e di quella Supercoppa Europea, che è l’unico trofeo che ancora manca nella bacheca dell’Inter. Troppo freschi anche gli esempi di, vedi Mourinho, quegli allenatori che hanno mollato quelle possibilità convinti di ritrovarne altre nella carriera, e poi invece non non si sono più trovati nella condizione di disputarle.
E veniamo alla decisione. Sicuramente dentro di sé Simone Inzaghi sentiva che il ciclo potesse essere alla fine, vuoi per questioni strutturali (come il mercato dell’Inter), vuoi per un umano fisiologico esaurimento di motivazioni.
Ma la finale di Champions sarebbe stata capitale per la sua decisione. E Simone Inzaghi ha deciso di lasciare l’Inter, e solo in conseguenza di accettare l’offerta dell’Al Hilal, letteralmente negli spogliatoi dell’Allianz dopo la sconfitta. Sicuramente qualcuno potrà obiettare che questa condizione può non averlo messo nella situazione per preparare al meglio la finale. Forse, o forse no. Quello appartiene al campo delle possibilità su cui si può dire tutto il contrario di tutto. Ma ciò che è certo è che Simone Inzaghi si è detto “è finita, io vado via” solo al fischio finale con il cuore sanguinante, e quindi perché a quel punto rimanere disoccupati.
Rimangono un paio di questioni. La squadra non sapeva della decisione, e non avrebbe minimamente potuto perché nemmeno Simone Inzaghi sapeva cosa avrebbe deciso con sicurezza. È nessuno crede che la possibilità di addio abbia fatto mancare le forze. L’altra, è che l’Interismo di Simone Inzaghi non solo si è dimostrato nel non prendere nemmeno in considerazione un arrivo immediato alla Juventus dopo l’Inter. Ma anche, tuttora, nel porre un veto alla società araba nel trattare giocatori dell’Inter, condizione che altrimenti manderebbe in subbuglio il futuro della sua ex società e sconvolgerebbe ancora di più la serenità dei suoi ex tifosi.
Ma tanto, ognuno, dirà la propria verità.