Il Mugello è sempre stato il giardino di casa di Francesco “Pecco” Bagnaia, un circuito dove il campione del mondo in carica riusciva a esaltarsi tra i colori del tricolore e il calore del pubblico italiano.
Ma l’edizione 2025 ha segnato una frattura profonda tra ciò che era e ciò che sta diventando. Il dominio delle passate stagioni è solo un ricordo: al termine di un fine settimana che doveva essere quello della rinascita, Pecco è uscito dalla pista senza nemmeno il conforto di un podio. Una scena impensabile fino a qualche mese fa. Reduce da due titoli mondiali consecutivi, Bagnaia si ritrova ora a inseguire, e nemmeno da vicino. La stagione si è rivelata fin qui una lunga salita, e a peggiorare il quadro ci pensa il rendimento devastante di chi gli sta accanto nel box: Marc Marquez, il compagno di squadra e rivale interno, guida la classifica generale con una continuità spietata, affiancato dal fratello Alex, che non smette di sorprendere.

I due catalani sono oggi il riferimento della MotoGP, mentre il pilota torinese sembra affondare sempre più in un tunnel tecnico e psicologico. La Ducati, che negli anni passati era stata una vettura perfetta tra le mani di Pecco, ora sembra rifiutare ogni sua sollecitazione. Non c’è sviluppo, non c’è reazione. Il campione del mondo si ritrova così in un limbo, incapace di decifrare un’anomalia che mina non solo il presente, ma anche il futuro.
Bagnaia non si nasconde: “C’è un problema e il 2026 è in pericolo”
C’è un problema – ha dichiarato senza mezzi termini il numero 63 a margine della gara del Mugello. Un’ammissione che suona come un grido d’allarme e che rivela il livello di frustrazione raggiunto dal pilota. Non stiamo riuscendo a risolvere niente. Nessuno mi sa spiegare perché non riesco ad andare come ho sempre fatto – ha proseguito con la lucidità di chi, pur nel disagio, non vuole cercare alibi.

Alla domanda se fosse il momento di imporsi con il team, Bagnaia ha risposto con disillusione: “Non so a cosa porterebbe, perché alla fine stanno lavorando tutti. Però non stiamo andando da nessuna parte. Miglioriamo, anche se poco, ma non abbastanza”. Più che una critica, una constatazione sconfortante. Ma la riflessione più pesante riguarda l’anno prossimo. Con il regolamento tecnico che non subirà variazioni sostanziali, Pecco teme che il 2026 possa essere una fotocopia della stagione attuale: “Se dobbiamo rimanere con la stessa moto, sì, il 2026 è in pericolo. Il DNA della moto è difficile da cambiare. Sono passate nove gare e il problema è sempre lo stesso. Se non troviamo la quadra, potremmo essere nei guai per due anni”.