I tifosi ancora non riescono a crederci, Jannik Sinner il numero uno al mondo a pezzi tra le lacrime. Sinner non se lo aspettava.
Ci sono momenti in cui anche i giganti sembrano crollare. Attimi in cui la tensione, le aspettative, il peso di un sogno coltivato per anni diventano troppo persino per chi, in campo, sembra non conoscere limiti.

Così, quando Jannik Sinner si è lasciato andare in un pianto a dirotto, tutta la fragilità del ragazzo è venuta fuori. Il freddo campione di tennis, impassibile dinanzi ai colpi degli avversari ha ceduto dinanzi ad una cosa che con gli avversari non centra nulla.
Le lacrime di Sinner spiazzano tutti
Sinner si è chiuso negli spogliatoi. E lì, per più di un quarto d’ora, ha pianto. In silenzio, lontano da occhi indiscreti, spezzato da qualcosa che non era solo la sconfitta. Perché sì, perdere una finale del Roland Garros fa male, soprattutto se arrivi al quinto set dopo quasi cinque ore di gioco, dopo aver messo tutto te stesso in ogni colpo. Però questa volta c’era di più. C’era qualcosa che ha toccato corde profonde, che lo ha ferito dentro come mai prima d’ora.
A raccontare il retroscena è stato Angelo Mangiante, inviato di Sky Sport, che ha vissuto da vicino quei momenti e li ha restituiti con parole piene di emozione e rispetto: “Sono stato male per Sinner quando è venuto a fare l’intervista post partita e si è scusato per il ritardo dicendo che aveva pianto un quarto d’ora negli spogliatoi. Non si aspettava il tifo contro, è rimasto male anche per questo. Sta provando a dimenticare.”

Ecco, forse è proprio questo il punto più doloroso. Non solo la finale persa contro Carlos Alcaraz, un avversario straordinario che ha dato vita a una sfida già entrata nella storia, ma anche la sensazione di essere stato tradito da un pubblico che non ha riconosciuto la grandezza del momento. Perché Sinner, in quella partita, non ha solo lottato. Ha incantato, resistito, giocato da numero uno del mondo. Però il tifo, in maniera anche scandalosa a tratti, ha scelto da che parte stare. E quella parte non era la sua.
È un colpo duro, per un ragazzo che ha sempre mostrato rispetto, educazione, voglia di migliorare. Sinner non è mai stato un personaggio sopra le righe, non ha mai cercato polemiche o scorciatoie. E proprio per questo, sentirsi accolto con freddezza proprio nel giorno più importante della sua carriera ha lasciato una ferita. Di quelle che fanno rumore anche se nessuno le vede.
Adesso tocca a lui rialzarsi, com’è già successo altre volte. Però stavolta, senza ombra di dubbio, sarà più complicato. Perché non è solo una questione tecnica o fisica. È un lavoro emotivo, interiore. Bisognerà ritrovare fiducia, riscrivere la convinzione, imparare a convivere anche con il lato più spietato di questo sport. Jannik Sinner è uscito sconfitto, è vero. Ma lo ha fatto da uomo, con il cuore in frantumi e la dignità intatta. E in fondo, in un’epoca in cui si applaude solo chi vince, è proprio questa la sua più grande vittoria.