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Marquez, la richiesta indigna: stanno esagerando con Rossi

Il Mugello è tornato a ruggire, e stavolta non solo per la potenza dei motori. Al termine di un weekend ad alta intensità, Marc Marquez ha dovuto fare i conti con una realtà che si ostina a seguirlo ovunque: il boato dei fischi.

Fischi sonori, netti, senza incertezze. Fischi che non sono né odio né violenza, ma memoria viva e lucida di ciò che fu. A dieci anni dall’infuocato 2015, quando si intromise nella corsa al titolo tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, Marquez continua a pagare un conto salatissimo col pubblico italiano, e non solo. Perché quello che accadde a Sepang non fu semplice rivalità: fu un colpo basso, un’azione che molti, ancora oggi, bollano come antisportiva.

Valentino Rossi
Marquez, la richiesta indigna: stanno esagerando con Rossi – Sportitalia.it (screen Youtube)

È vero, anche Valentino non fu un santo. Quelle accuse in conferenza stampa, quel ginocchio che si allarga “per sbaglio” e quell’ossessione lo ha logorato sul più bello. Ma il punto è un altro. Quei fischi non sono nati nel vuoto. Sono figli di un’ingiustizia sportiva mai sanata. Eppure, come se nulla fosse, pochi giorni fa è stato Davide Tardozzi, team manager della Ducati, a lanciare un appello surreale: “Sogno che Vale tenda la mano a Marc”. Come a dire: chi ha subito il danno, si faccia carico anche della pace.

Sepang 2015 ancora scotta, niente pace tra Rossi e Marquez

Il dibattito ha infiammato l’opinione pubblica, e giustamente. Perché, come ha scritto Daniele Fiori sul Fatto Quotidiano, è ora di dire basta: se c’è qualcuno che deve fare il primo passo, quello è Marquez. Il pilota spagnolo non è un reietto da riabilitare, ma neppure un martire del pubblico ingrato. È semplicemente l’uomo che nel 2015 ha cambiato il corso della storia della MotoGP con un comportamento ambiguo, troppo lontano dalla sua solita ferocia competitiva. Lo stesso Fiori ha ricordato come Marquez fu decisivo nel togliere a Rossi il decimo titolo, ostacolandolo in pista quando non aveva più nulla da chiedere alla classifica.

Sepang 2015 ancora scotta, niente pace tra Rossi e Marquez – Sportitalia.it (screen Youtube)

La sua gara a Valencia, l’assenza di attacchi a Lorenzo, furono l’apice di un comportamento che ancora oggi pesa come un macigno.  E se davvero è “cresciuto”, come garantisce Tardozzi, allora dovrebbe dimostrare di aver imparato qualcosa. Non serve un palcoscenico per le scuse: bastano onestà, coraggio e un po’ di memoria. I tifosi non dimenticano perché certi simboli, come Rossi, vanno protetti. Quei fischi non sono odio. Sono storia. E la storia, se non la si affronta, torna sempre a chiedere il conto.

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