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Ancora doping, il campione italiano ci è ricascato: squalifica a vita

Il doping continua a macchiare lo sport italiano, il nuovo caso parla di un campione “recidivo”, sarebbe una macchia imperdonabile.

C’è una piaga che, nonostante controlli sempre più serrati, non smette di riemergere con prepotenza nel mondo dello sport: il doping. Una scorciatoia pericolosa, spesso nascosta dietro sorrisi e podi, che continua a rovinare carriere, immagini pubbliche e, soprattutto, la fiducia degli appassionati.

Doping squalifica a vita
Campione italiano recidivo al doping, se confermato verrà squalificato a vita (Foto Instagram – sportitalia.it)

Perché lo sport, alla fine, vive sulla base di un principio semplice: la lealtà. La fatica vera. Il talento allenato, non chimicamente modificato. Eppure, ogni tanto, qualcuno ci ricasca. Anche chi, dopo uno scivolone, sembrava aver chiuso con certe scorciatoie.

Squalifica a vita, il rischio del campione italiano

E’ proprio questo che fa più rumore: non tanto la novità del caso, quanto la recidiva. Perché in questi giorni è arrivata una nuova sospensione cautelare per doping, e stavolta riguarda un atleta italiano ben conosciuto nel mondo della corsa su lunga distanza. Un nome che, per chi segue la maratona e la mezza, suonerà tristemente familiare.

Il Tribunale Nazionale Antidoping, accogliendo l’istanza della Procura Nazionale Antidoping, ha disposto la sospensione cautelare di Lhoussaine Oukhrid, maratoneta di origini marocchine ma da anni cittadino italiano, residente in provincia di Varese. Una notizia che, senza ombra di dubbio, pesa come un macigno su tutto il movimento dell’atletica italiana. Perché non è la prima volta. Anzi.

Doping campione italiano recidivo
Maratoneta italiano positivo di nuovo al doping, si aspettano le conferme (Foto Instagram – sportitalia.it)

Oukhrid era già stato squalificato nel 2018, quando venne trovato positivo all’Epo dopo aver partecipato al Campionato Italiano di mezza maratona. Quattro anni fuori dalle competizioni, una macchia indelebile sul curriculum e una ripartenza avvenuta, nel 2021, in un clima di scetticismo generale. Ma adesso, dopo un periodo in cui sembrava essersi rimesso in carreggiata, arriva questa nuova sospensione. Non ci sono ancora conferme ufficiali sul tipo di sostanza trovata, però il segnale è chiaro: qualcosa non torna.

E, nel caso in cui la positività venisse confermata, le conseguenze sarebbero pesantissime. Perché le regole parlano chiaro: in caso di recidiva, la squalifica a vita è praticamente inevitabile. Sarebbe la fine definitiva di una carriera già compromessa. E sarebbe, ancora una volta, una brutta pagina per chi prova a difendere i valori dello sport pulito.

Fa male dirlo, ma certi episodi contribuiscono a far crescere quel cinismo che molti tifosi ormai portano con sé. Quella vocina che sussurra: “Tanto sono tutti dopati”. Non è vero, ovviamente. Ma ogni caso come questo alza il muro della diffidenza. Ed è proprio questo il danno più grande che il doping continua a infliggere, ogni volta che si ripresenta.

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