A Wimbledon, gli occhi di molti saranno puntati su Jannik Sinner, numero uno del mondo e principale speranza azzurra per il titolo. Ma a rappresentare l’Italia sull’erba sacra del Centre Court non ci sarà soltanto lui.
C’è anche Lorenzo Musetti, ormai stabilmente nella top ten del ranking ATP, spesso sottovalutato ma dotato di un talento naturale che lo rende uno dei tennisti più eleganti e imprevedibili del circuito. Il percorso che lo ha riportato in campo in vista dello Slam londinese non è stato semplice. L’azzurro è reduce da una semifinale epica al Roland Garros, dove aveva costretto Carlos Alcaraz al quinto set, salvo poi dover cedere a causa di un problema fisico.

Quella partita, vissuta tra crampi, fatica e grinta, ha mostrato tutta la resilienza di Musetti, ma ha anche lasciato strascichi non banali. La lesione muscolare subita nella parte finale dell’incontro lo ha costretto a rinunciare all’intera preparazione su erba. Eppure, oggi Musetti si presenta a Wimbledon con la determinazione di chi sa che ogni ostacolo superato lo ha reso più forte. L’obiettivo è chiaro: non sprecare l’occasione e vivere ogni partita al massimo, sapendo che la prima sfida sarà già una prova significativa.
Musetti e il recupero sprint: “Due settimane e mezzo per guarire”
Durante il Media Day di Wimbledon, Lorenzo Musetti ha raccontato nei dettagli il percorso di recupero che lo ha riportato in campo dopo lo stop forzato. Il tennista carrarino ha rivelato di aver riportato una lesione di primo grado all’adduttore sinistro, un problema che si era manifestato già durante la semifinale contro Alcaraz a Parigi, e che inizialmente aveva sperato fosse solo una sensazione passeggera. Quello che avevo avvertito a Parigi non era un fantasma, ma purtroppo era vero – ha spiegato Musetti. Dopo diversi accertamenti e più di una risonanza magnetica, l’esito è stato chiaro: infortunio vero, da trattare con cura. A quel punto è scattata la fase più delicata, quella del recupero fisico, durante la quale Musetti ha dovuto sospendere completamente gli allenamenti per due settimane.

Ma la giovinezza e un approccio meticoloso hanno fatto la differenza: “Il dottore mi aveva detto che se non fossi stato uno sportivo ci sarebbe voluto un mese, però in due settimane e mezzo sono riuscito a guarire e a cicatrizzare. L’età e le terapie hanno aiutato”. Un recupero lampo, frutto di terapie quotidiane e di un lavoro specifico mirato a velocizzare la cicatrizzazione. Musetti, grazie alla costanza e al supporto medico, è tornato ad allenarsi senza avvertire ricadute, testando il fisico giorno dopo giorno. Ora non resta che verificare la tenuta in partita, ma l’azzurro si presenta a Wimbledon con una ritrovata fiducia, anche se ci sarà da tenere la massima precauzione: una ricaduta potrebbe compromettere un altro pezzo importante della stagione.