Arriva una ammissione sconcertante, Flavio Briatore scuote il mondo della Formula 1. Ecco cosa è emerso nelle ultime ore.
Flavio Briatore è tornato, e lo ha fatto con il tono e la franchezza che lo hanno sempre contraddistinto.L’executive consultant del team Alpine e nel frattempo anche team principal ad interim, il manager italiano ha alzato la voce senza fronzoli o giri di parole.

Non c’era da aspettarsi il contrario, a dire il vero. La sua figura è sinonimo di scosse forti, di rivoluzioni. Però il problema, stavolta, è tutto nel presente: l’Alpine è in una situazione tecnica preoccupante e Briatore non ha usato mezzi termini per descriverla.
Briatore scuote la F1, dichiarazioni forti
Dopo l’ennesimo weekend deludente, con entrambe le monoposto fuori dalla zona punti, è arrivata la presa di posizione netta. “Abbiamo perso terreno rispetto ai nostri rivali diretti in campionato dopo un’altra gara senza punti e, francamente, questo livello di prestazione è sempre più preoccupante.” Parole dure, che risuonano come una sentenza. Anche perché arrivano da chi, di Formula 1, se ne intende come pochi altri. Briatore non si nasconde dietro ai numeri, ma li affronta. E i numeri dicono che, al momento, l’Alpine ha raccolto tutti i suoi punti soltanto grazie a Pierre Gasly.

Eppure, il punto non è solo quello. Briatore lo sa bene, infatti ha messo l’accento su un altro aspetto ancora più critico: la discontinuità tra il sabato e la domenica. “Ieri la macchina era veloce e avremmo dovuto avere entrambe le auto in Q3. Le domeniche, però, sono una storia molto diversa per noi ed è importante capire il perché.” Questo è il vero rompicapo che il team francese deve risolvere, ed è proprio su questo che l’intervento di Briatore punta a cambiare le cose.
Perché alla fine non si tratta solo di prestazioni, ma di un’identità che manca. L’Alpine non riesce a essere competitiva nell’arco di un intero weekend. Parte bene, o almeno ci prova, ma poi si spegne alla distanza. Il che è inaccettabile per un team che punta al salto di qualità. E Flavio, inutile negarlo, non è lì per fare da spettatore. È lì per rivoluzionare, per fare piazza pulita se serve, per restituire ambizione e carattere a una scuderia che sembra essersi smarrita.
Il tempo delle analisi è finito. Ora, lo ha fatto capire chiaramente, serve agire. Anche con scelte drastiche. E se c’è uno che non ha mai avuto paura di metterle in pratica, quello è proprio lui.