Wimbledon ha appena aperto i battenti, ma il prestigioso Slam londinese ha già infiammato l’opinione pubblica ben prima del primo scambio ufficiale.
A tenere banco, come ormai accade con una certa frequenza, è ancora una volta Jannik Sinner, protagonista non solo per meriti sportivi ma anche per una decisione che ha sorpreso ambiente e addetti ai lavori: l’improvviso allontanamento di due figure chiave del suo team, il preparatore atletico Marco Panichi e il fisioterapista Ulises Baldo. Una scelta netta, arrivata a ridosso dell’inizio del torneo e dunque tanto più anomala. In conferenza stampa, lo stesso Sinner ha provato a smorzare i toni, definendola una decisione “non eclatante”, legata semplicemente a divergenze naturali nei percorsi professionali. Eppure, dietro quelle parole misurate si celano dinamiche più complesse, che non hanno convinto del tutto chi segue da vicino il mondo del tennis.

Il numero uno del mondo è sempre stato molto attento alla gestione dell’ambiente intorno a sé, protettivo verso la sua sfera privata e professionale. La decisione di cambiare, in un momento tanto delicato della stagione, è apparsa quindi agli osservatori come il sintomo di un malessere interno che non si voleva più ignorare. E nelle ultime ore, alcune indiscrezioni raccolte tra gli spogliatoi londinesi stanno suggerendo una possibile spiegazione meno diplomatica e più concreta.
Addio Panichi-Baldo, una dinamica da trhiller per Sinner
Secondo quanto trapelato, uno dei motivi reali alla base della separazione tra Sinner e i due membri dello staff sarebbe legato a presunte “soffiate” verso l’esterno. In particolare, si parla di dettagli interni e informazioni riservate finite nelle mani della stampa e poi divenute di dominio pubblico. Nulla che Sinner abbia mai confermato ufficialmente, ma il sospetto che qualcuno nel suo entourage stesse parlando più del dovuto si sarebbe fatto sempre più forte. Si parla di retroscena di spogliatoio, sensazioni personali, persino momenti intimi vissuti dopo le sconfitte, come il dolore seguito alla finale persa contro Carlos Alcaraz al Roland Garros. In alcuni casi, racconti così precisi da poter essere ricondotti solo a chi con Sinner condivideva quotidianità e confidenze.

Il nodo centrale sembra dunque essere quello della fiducia, come lo stesso tennista ha fatto intendere in una recente dichiarazione: “Nelle dinamiche di gruppo è importante la fiducia. Un po’ come mio padre, che in cucina deve fidarsi dei suoi collaboratori”. Una frase che, letta alla luce delle recenti uscite, suona come una conferma indiretta di un clima ormai compromesso. Panichi, con il suo carisma forte e una lunga esperienza al fianco di campioni, avrebbe forse varcato il confine della discrezione che Sinner pretende dal suo team. E Baldo, collaborando a stretto contatto con lui, ne avrebbe condiviso involontariamente le sorti. Per un atleta al vertice, ogni equilibrio conta, così quando qualcosa si incrina, anche il silenzio può diventare una scelta necessaria.