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Sinner è un “malavitoso”, ha esagerato: Wimbledon nel caos

Jannik Sinner avanza a Wimbledon, ma il mondo del tennis è sotto choc per le parole durissime nei suoi confronti: “è un malavitoso”.

Il debutto a Wimbledon è stato esattamente quello che ci si aspettava da Jannik Sinner: solido, pulito, dominante. Il numero uno del mondo ha letteralmente spazzato via Luca Nardi, chiudendo la pratica in modo rapido e senza mai dare la sensazione di essere in difficoltà.

Sinner a Wimbledon
Sinner è un malavitoso, caos a Wimbledon (Foto IG @janniksin – sportitalia.it)

Ora lo aspetta Aleksandar Vukic, australiano in fiducia dopo la vittoria su Tseng Chun-hsin. Fin qui, tutto nella norma. Il favorito che fa il favorito. Però il colpo di scena, quello vero, è arrivato da fuori dal campo. E ha scosso tutti.

Sinner: parole pesanti su di lui

Durante una diretta televisiva, Jim Courier – ex leggenda del tennis mondiale e oggi commentatore di punta – ha pronunciato parole che hanno fatto gelare l’ambiente. Mentre cercava di spiegare chi fosse davvero Jannik Sinner, non solo come atleta ma anche come uomo, Courier ha usato termini che hanno fatto immediatamente il giro del mondo. Lo ha definito un “gangster”, un “assassino a sangue freddo” e, testualmente, ha detto che “gestisce i suoi affari come un malavitoso”. La traduzione non lascia spazio a interpretazioni: parole durissime, al limite dell’insulto, che hanno lasciato interdetti anche i colleghi in studio.

Sinner accusa pesante
Jannik Sinner passa a Wimbledon ma arriva una accusa pesante (Foto IG @janniksin – sportitalia.it)

Il pretesto per questo sfogo, se così si può chiamare, è stato il recente licenziamento di Simone Panichi e Umberto Ferrara, due figure storiche dello staff di Sinner. In particolare, l’allontanamento improvviso di Umberto Ferrara – il preparatore atletico che aveva seguito Jannik fin dall’inizio della scalata – ha fatto molto rumore nel circuito. Courier ha letto questa decisione come la prova che Sinner, dietro al volto pacato e alla voce bassa, sia in realtà un calcolatore spietato. “Non si fa problemi a gestire i suoi affari come un malavitoso. In un certo senso mi piace…”, ha concluso l’americano, provando ad alleggerire, ma ormai il danno era fatto.

Senza ombra di dubbio, si è andati oltre. Perché una cosa è parlare del carattere freddo e della determinazione feroce di un campione, altra è spingerlo in un territorio che sfiora la diffamazione. E infatti, in rete, le reazioni non si sono fatte attendere. I tifosi di Sinner si sono indignati, ma anche molti appassionati neutrali hanno sottolineato come quelle parole fossero completamente fuori luogo. C’è chi ha parlato di razzismo mascherato, chi ha accusato Courier di gelosia professionale, chi semplicemente ha chiesto rispetto.

Jannik, dal canto suo, ha ignorato tutto. Come fa sempre. È salito sul campo centrale, ha servito bene, ha spinto col dritto, ha fatto il suo tennis. E lo ha fatto senza mai tradire emozioni. Perché lui è fatto così, lo si è capito ormai da tempo. Il suo modo di stare nel mondo non passa per le parole, ma per i fatti. E Wimbledon, in questo momento, è il suo palcoscenico. Il resto, forse, gli scivola addosso. Ma il mondo del tennis, quello serio, non può restare indifferente. Perché un conto è l’analisi tecnica, un altro è l’etichettatura gratuita. E certe etichette, una volta appiccicate, fanno fatica ad andarsene.

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